Cari amici,
prima che la tragedia di Andria cada nel dimenticatoio, come tutte le tragedie italiane, vorrei parlarvi dell’intollerabile condizione dei trasporti in Italia. A compiangere le vittime siamo tutti bravi, a fare a gara di “provvederemo” pure, ma quando si tratta di stringere i denti per affrontare problemi complessi, chi si è visto si è visto.
Da anni conosciamo lo stato di arretratezza e manutenzione quasi assente che affligge parecchie reti ferroviarie, da anni i politicanti fanno orecchie da mercante. Per questo vorrei brevemente ricordare a chi ha poca memoria cosa avviene, sopratutto nella parte bassa dello stivale. La performance peggiore se la aggiudica la tratta Roma-Pescara, dove i treni arrancano a una “velocità” (si fa per dire) media di 60 chilometri orari. Al secondo posto compare la Taranto-Reggio, meno lenta, ma giusto di poco: parliamo di 66 chilometri all’ora!
La situazione cambia se ci spostiamo nella zona settentrionale della penisola, da Milano a Venezia il viaggio in treno dura 2 ore e 35 minuti. Con un percorso pressocché uguale in termini di km la Roma-Campobasso impiega, invece, un’ora in più (3 ore e 24 minuti).
Trovo persino noioso fare un paragone tra Nord e Sud, perché emerge il solito irriducibile, eterno divario. Non riesco più a tollerare la politica degli investimenti degli ultimi anni che ha privilegiato alcune tratte, come la Roma-Milano – la più veloce con una media di 216 km/h – e la Milano-Bologna, dimenticandosi di un’altra porzione (una fetta bella grande) del Paese.
Pochi giorni dopo l’incidente ferroviario in Puglia, Graziano Delrio si è difeso dalle innumerevoli accuse che gli sono piovute addosso. Fra queste, quella di non aver investito nel Sud. Il Ministro dei Trasporti – figura tanto evanescente quanto insignificante negli ultimi tempi – ha replicato che nei contratti di programma 2015 (già approvati) 9 miliardi sono destinati alle infrastrutture ferroviarie, di questi 4,5 miliardi su tecnologie e sicurezza e miglioramento delle tratte regionali. Mentre altri 9 miliardi sono previsti sul contratto di programma 2016 in corso di approvazione.
Come al solito, si attaccano ai numeri come gli ubriachi ai pali. Se i finanziamenti non mancano, perché allora nel Centro-Sud i tempi di percorrenza di poco superano quelli di un carro trainato da buoi? E perché i passeggeri lamentano ancora così tanti disagi, salendo su vetture che ricordano quelle che vedevamo nei film di John Wayne?
I conti non tornano, e l’ultimo drammatico incidente ha fatto riemergere in modo più sconcertante una situazione che si protrae da decenni. Mi auguro solo che l’episodio non venga riposto nel registro nero dell’oblio: una tendenza tutta italiana, alla quale l’attuale Governo non fa eccezione.
A presto,
CR