Sono entrate in vigore le nuove regole sul telemarketing. Bene, bravi, bis. E adesso? Adesso continuiamo a ricevere telefonate a raffica. Perché se pensavate di liberarvi dei call center col semplice colpo di bacchetta magica dell’Agcom, scordatevelo: i telefoni degli italiani continueranno a squillare come prima.
Ogni cittadino, in media, viene disturbato da 5 a 8 telefonate commerciali a settimana. Fate due conti: una stima verosimile considerando la popolazione complessiva raggiunge quota 15 miliardi di scocciature l’anno. E non parliamo più solo delle vecchie offerte su telefonia, luce e gas. Adesso la moda è piazzare finti investimenti in bitcoin e altre fregature finanziarie, con il risultato che non solo vi disturbano a pranzo, ma magari vi alleggeriscono pure il conto in banca.
Le nuove regole? Un cerotto su una frattura. Si blocca qualche numero fisso farlocco, ma fino a novembre le numerazioni mobili continueranno a scampanellare liberamente. Le chiamate dall’estero? Nessuno le ferma. La falsificazione dei numeri italiani? Sempre possibile. Nel frattempo i call center illegali, quelli che sanno usare la tecnologia meglio di quanto facciano le istituzioni preposte a fermarli, hanno già trovato il modo di aggirare divieti e filtri.
Le armi legali a nostra disposizione sono poche (e malfunzionanti), così il cittadino resta ostaggio del telefono. C’è chi non risponde più a nessun numero sconosciuto, col rischio di perdere chiamate importanti. Ecco il risultato: ci hanno reso sospettosi, ansiosi, e pure maleducati a forza di “Pronto? (…) Click!”.
Lo ripetiamo da anni: registri, codici di condotta, sanzioni… tutte pezze che non cambiano la sostanza. Quello del telemarketing è diventato un fenomeno eterno, una molestia legalizzata che nessuno può, perché nessuno realmente vuole, estirpare.
La ragione? Semplice. Parliamo di un settore che genera un giro d’affari da 3 miliardi di euro annui in Italia, con 2.035 call center attivi e quasi 80.000 addetti. Senza contare che, accanto agli operatori legali, vi è un sommerso (enorme) di call center ubicati all’estero, che operano nella più totale anarchia.
Ecco perché – da una vita – non si muove una foglia, altro che tutela dei consumatori: siamo diventati cavie da stress-test per aziende senza scrupoli.
Ma tranquilli: ci diranno che serve “un po’ di pazienza”. Intanto il telefono squilla. Sempre.




