Taranto soffoca!

Cari amici,

doveva iniziare oggi il maxi-processo “Ambiente Svenduto”, sul presunto disastro ambientale causato dall’Ilva di Taranto. Il più grande processo in tema ambientale, con 47 imputati e oltre mille parti civili, è, invece, tutto da rifare: un banale errore materiale fa tornare indietro l’intero procedimento all’udienza preliminare. Poco prima del rinvio a giudizio, i magistrati della Procura si sono accorti che nel verbale dell’udienza preliminare, il 23 luglio scorso, non era stato indicato il nome del difensore d’ufficio per 10 imputati i cui legali erano assenti quel giorno. Sembra assurdo, ma è così!

Una svista che costerà però diversi mesi ai tempi del processo, nel contesto di un sistema giudiziario che di certo non brilla per celerità. Una sciocchezza che per il Codice di Procedura penale è una insanabile compromissione del diritto di difesa, un motivo di nullità tale da far crollare un intero processo. Si torna, dunque, all’udienza del gup che ha preceduto quella culminata nel rinvio a giudizio di 44 persone fisiche (tra vertici Ilva, politici, imprenditori e funzionari ministeriali e regionali) e tre società, con accuse che vanno dall’avvelenamento delle acque all’associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, dalla concussione all’omissione di cautele sui luoghi di lavoro, omissione che avrebbe causato, tra le altre cose, ben due morti bianche. La palla passa ora al gup che dovrà, così, fissare una nuova udienza preliminare.

E nell’attesa dei tempi della giustizia Taranto letteralmente soffoca!

La Asl di Taranto ha inviato al sindaco Ippazio Stefano una relazione, sulla base delle rilevazioni Arpa, in cui si legge che: “la popolazione della città di Taranto, e in particolare quella parte che risiede nei quartieri limitrofi alla zona industriale, rappresenta un gruppo ad alto rischio per lo sviluppo di patologie correlate all’inalazione di polveri sottili, perciò necessita di maggior tutela rispetto alla popolazione generale”.

Sebbene negli ultimi anni – almeno così dicono – si sia registrata una riduzione della concentrazione di polveri sottili e benzo(a)pirene, attribuiti all’attività dell’ Ilva, per decenni i cittadini hanno respirato elevate concentrazioni di inquinanti ambientali, che non possono non aver avuto un ruolo in termini di salute pubblica, e i cui effetti potrebbero manifestarsi negli anni a venire! Inoltre, dice la Asl, le emissioni sono “sotto controllo” ma se il vento tira da nord ovest, ovvero dove si trovano le ciminiere dell’Ilva, a Taranto scatta l’allarme per la salute di soggetti già a rischio, come cardiopatici, asmatici, anziani e bambini.

Insomma, la situazione è tragica. Le emissioni saranno anche diminuite, ma da due settimane Taranto è sotto-vento e proprio venerdì è scattata l’allerta 3:

ovvero – per stare alle parole contenute nella relazione ufficiale della Asl – quella per cui è consigliato a «tutta la popolazione di programmare eventuali attività sportive all´aperto nelle ore in cui i livelli di inquinamento sonoinferiori,ovvero fra le ore 12 e le 18». Fascia oraria – questa delle 6 ore – in cui si possono aprire le finestre.

Ma che vita è questa?

A presto,

Carlo

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