Se l’influencer è ormai alla frutta


Mi si può accusare di tutto, ma non di aver celato le mie virtù profetiche: è passata solo qualche settimana da quando – di fronte all’ennesima notizia legata a una certa influencer di mia conoscenza, che funge da modello per tante altre giovani ragazze – avevo pronosticato una sarcastica “progressione verso il clito“: la risposta all’inevitabile calo dei consensi che queste figure, alla lunga, inevitabilmente cominciano a suscitare, sta proprio in un movimento italianissimo e molto fuori moda. Ovvero un ricorso al nudo, al piano seduttivo/erotico, per tornare a sollecitare l’uditorio.

Scrivevo al riguardo, in tempi non sospetti:

C’è una sofferenza speciale e quasi tragica in chi – qualsiasi cosa faccia – non riesce ormai più a stupire e scandalizzare, e più s’impegna, più non riesce. Sono figure che verrebbe voglia di abbracciare, e accompagnare in un posto – finalmente – sano. Questa sofferenza alberga ormai in tanti di questi fenomeni da social, in tanti e tanti influencer piccoli e grandi, terrorizzati all’idea dell’oblio, perpetuamente impegnati nella ricerca di un qualcosa che attiri, attivi, colpisca, e soprattutto letteralmente atterriti dal pensiero di una vita normale.

Puntualmente, nei giorni scorsi, quanto anticipato è andato in scena. Foto in topless, seno al vento, ciliegie a coprire quel poco che c’è da coprire (ma giusto per non incappare nella censura del web): è servita una trovata da varietà anni ’80 per “mandare in tilt i social“, come recitano in coro i giornali. Ovvero per cercare l’impossibile reconquista della passata popolarità, in crollo verticale già da qualche tempo.

La foto in questione, evidentemente, sta lì a dimostrare non il grande riscontro pubblico di questi signori, ma l’esatto opposto. Le influencer in crisi di likes puntano ormai le ultime fiches su guardoni, repressi e compagnia cantante: ma che siano alla fine della giostra, mentre gli utenti piano piano si accorgono del messaggio mediocre e ripetitivo che sono costretti a subire da mattina a sera, lo dicono ormai pure loro. 

Quelle ciliegie, insomma, vanno lette come un’ammissione: siamo alla frutta.

E per fortuna, aggiungiamo noi: era proprio ora.

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