Ri-fondiamo Roma!

Cari amici,

il degrado di Roma, la nostra amata capitale, è ormai sotto gli occhi di tutti. Oltre ai classici problemi che tutti conosciamo e coi quali giornalmente dobbiamo fare i conti (traffico, smog, buche, sporcizia), la città eterna – ma non so ancora per quanto – negli ultimi anni ha subito anche un decadimento culturale.
All’inizio degli anni 2000 eventi come la Notte Bianca, la Festa del Cinema e le varie Case della Cultura facevano risplendere Roma, facendola competere con le altri capitali europee, ora, invece, di quelle inizative rimane solo un pallido ricordo. Certo, non tutto è andato perso: rimane il Parco della Musica, i Teatri più prestigiosi, ma molte istituzioni create proprio in quegli anni faticano a sopravvivere.
I più ottimisti pensaranno che rimangono le antiche vestigia a testimonianza di un passato glorioso. Già, peccato che ad adombrare i fasti dell’antica Roma sia la noncuranza di anni e anni di pessima gestione amministrativa e di una burocrazia più avvezza all’incuria che a un uso intelligente delle risorse.
Il Comune investe meno di 15 anni fa: la spesa in iniziative culturali è scesa a quota 2,40%: il secondo peggior risultato dopo il minimo storico del 2,23%, toccato nel 2012 dalla giunta Alemanno.
Almeno con Rutelli e Veltroni c’è stato un uso più efficiente di fondi pubblici e privati per tutelare e promuovere il patrimonio artistico-culturale. Sebbene entrambi non siano esenti da errori!Veltroni, ad esempio, come ha spiegato Fabio Severino, docente di Economia e gestione delle organizzazioni culturali alla Sapienza di Roma, si è atteggiato a «direttore artistico, scegliendo in maniera arbitraria cosa finanziare e cosa no». Risultato? Una volta scaduta la sua carica a sindaco, anche i suoi progetti sono definitivamente tramontati non avendo più la sostenibilità economica di cui necessitavano.
Ritornando alla situazione attuale, quello che tocca fare è ridare lustro alla città, dove la ripresa culturale (e non) può avvenire solo attraverso un impiego delle risorse a 360°. Se fossi sindaco ripartirei dal basso, dalla creazione di botteghe artigiane, ad esempio: forme d’arte intramontabili che potrebbero dare lavoro a molti giovani. E poi, certo, dare nuova linfa a circoli letterari, case della cultura e poli museali.
Basta con l’inefficienza del Comune, basta con l’elemosina di pochi fondazioni private che, impietosite, accondiscendono a finanziare progetti altrimenti lasciati nel dimenticatoio, basta anche con la mentalità pericolosa e fuorviante di chi crede di poter “campare sugli allori” di una civiltà (quella romana), tramontata da secoli!

A presto,

CR

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