Altro che tassa, ai turisti che scelgono l’Italia per le proprie vacanze andrebbe garantito un regalo di soggiorno: una notte gratis, promozioni, sconti e quanto necessario per irrobustire il trend turistico nel nostro Paese, a tutto vantaggio dell’economia nazionale.
Non scherzo affatto, e la provocazione è tale fino a un certo punto. La tassa di soggiorno infatti è un vero e proprio balzello anacronistico, ormai fuori tempo, che come i funghi cresce rapidamente: i Comuni che la applicano sono saliti dagli 11 del 2011, anno di reintroduzione del balzello, ai 1.013 del 2023; a loro va un tesoretto che ha raggiunto nel 2023 quota 702 milioni di euro, in aumento del +9,5% rispetto all’anno precedente. Mica bruscolini.
Numeri del genere ci impongono di accorgerci dell’evidenza: i turisti non possono essere usati come bancomat dai Comuni per prelevare soldi in assenza di certezze circa il reale utilizzo dei proventi della tassa di soggiorno. Questa imposta, se portata a 25 euro – come nelle intenzioni del governo – allontanerà i visitatori stranieri dalle città italiane, a tutto danno del turismo.
Senza contare che manca del tutto la trasparenza circa l’uso che le amministrazioni comunali fanno di tali risorse: l’art. 4 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, che reintroduce in Italia l’imposta, stabilisce espressamente che “Il relativo gettito è destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali”, ma manca del tutto la trasparenza circa la reale destinazione dei proventi raccolti attraverso la tassa di soggiorno, e nessuno sa come i Comuni utilizzino i fondi derivanti dall’imposta. Il rischio, molto concreto, è che gli incassi siano usati per coprire i buchi di bilancio delle amministrazioni e non per finalità turistiche come prevede la norma.
A prescindere dalla destinazione finale, comunque, va smantellata dalla radice l’idea di una tassa esclusivamente per i turisti. Piuttosto che una tassa, al giorno d’oggi, dovremmo fare un regalo a chi sceglie di visitare l’Italia. Il tempo della tassa di soggiorno è ormai scaduto e l’imposta va eliminata, creando incentivi attivi per i turisti: una soluzione di buon senso, che impone di mettere da parte balzelli novecenteschi, controproducenti e ormai superati!