Il redditometro finisce in soffitta: e meno male!


A una certa età si capisce una cosa fondamentale dell’Italia: più che aspettare leggi illuminate, tante volte è importante silurare quelle sbagliate. Per questo, mi soddisfa pienamente la decisione di sospendere il decreto sul redditometro.

Bene ha fatto la Meloni – anche se la ragione va cercata più nelle beghe interne alla maggioranza che nella scelta politica di bocciare lo strumento – a bloccare il provvedimento, annunciando di volersi dedicare alla lotta ai grandi evasori.

Almeno, così si evita ai cittadini una ingiustificata inquisizione fiscale. Come da più parti denunciato, infatti:

La cosa più grave di questo meccanismo è che spetterebbe al contribuente l’onere di dimostrare che è il fisco ad aver sbagliato nei suoi confronti e non sempre è facile dimostrare la propria correttezza.

Insomma: questo strumento fa più paura ai partiti (e ai cittadini onesti) che agli evasori. Quando introdotto (da precedenti governi) ha avuto come unica conseguenza quella di terrorizzare i contribuenti, ma non ha apportato alcun beneficio sul fronte della lotta all’evasione.

Anzi, ha determinato danni alle casse statali in relazione agli elevati costi degli accertamenti. Non a caso il provvedimento ha ricevuto in passato la bocciatura sia della Corte dei Conti, sia di alcuni tribunali. Almeno, il Grande Fratello delle tasse ce lo siamo risparmiato: capito perché a questo punto dico che bisogna festeggiare pure un decreto silurato?

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