Cari amici,
magari molti di voi avranno aspettato ferragosto per partire, altri, invece, saranno ancora impegnati a mettere le ultime cose in valigia prima di decollare verso luoghi esotici. Altri ancora si staranno godendo gli ultimi istanti di una vacanza che volge al termine. Quest’anno tra le mete più gettonate dagli italiani il podio spetta a Trentino, Sardegna e Puglia (per chi ha deciso di non lasciare il Paese), mentre Grecia, Francia, Spagna e Usa sono risultate le mete preferite dagli amanti dell’estero.
Specie negli ultimi casi il mezzo migliore per arrivare a destinazione rimane l’aereo. Ma quando l’aereo non parte, accumulando ritardo, cosa succede? Il malcapitato di turno può chiedere il rimborso del biglietto?
Ecco alcune semplici dritte su come e quando chiedere il rimborso.
Regola fondamentale: oltre i 180 minuti, cioè passate le 3 ore di ritardo, scatta il diritto al rimborso. Risarcimento che cambia in base alla distanza percorsa: a meno di 1.500 km il rimborso è di 250 euro, di 400 euro tra i 1.500 e i 3.500 km, di 600 euro dai 3.500 km in su.
E se il ritardo va ben oltre le 3 ore? Bene, nel caso in cui superi le 5 ore, oltre al risarcimento il viaggiatore può rinunciare anche al volo senza pagare penali, richiedendo il rimborso per la parte di viaggio non effettuata.
Fate attenzione però ai casi in cui il rimborso non è previsto! Le compagnie sono molto scaltre e tendono a tutelarsi sempre. Ad esempio, quando dimostrano che il ritardo o la cancellazione del volo sono avvenute per circostanze eccezionali (cause esterne) non c’è protesta che tenga!
Un’altra accortezza è di conservare sempre – e sottolineo sempre! – carta d’imbarco e prenotazione. Diffidate delle app messe a disposizione dalla compagnie aeree: dopo alcuni giorni le prenotazioni vengono rimosse e potete dire addio alla vostra richiesta di risarcimento.
Ritardi e cancellazioni dei voli rappresentano un bel problema, specie per chi ha coincidenze o appuntamenti improcrastinabili. Quando ciò accade, meglio rivolgersi direttamente a un avvocato. Protestare davanti al punto informazioni della compagnia non porterà ad alcuna soluzione. Le compagnie, infatti, fanno di tutto per rifiutare a priori questo tipo di lamentele; se, invece, ricevono la carta intestata di uno studio legale diventano (guarda caso!) più disponibili all’ascolto.
Sperando di esservi stato utile con questi pochi ma importanti consigli, vi auguro – per chi di voi ancora non le avesse fatte – buone vacanze!
A presto,
CR