Prezzi alle stelle, carrelli vuoti: un terzo delle famiglie taglia sul cibo

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È arrivato il momento di guardare in faccia la realtà: gli italiani non ce la fanno più. Secondo l’ultimo rapporto Istat, una famiglia su tre (31,1%) ha tagliato quantità e qualità del cibo. Non parliamo di lusso, ma di roba da mangiare: pane, pasta, carne, frutta. La gente compra meno, sceglie prodotti peggiori, e spera di arrivare a fine mese senza sforare.

I numeri veri, non quelli da salotto TV

Dal 2019 al 2024 la spesa delle famiglie è salita solo del 7,6%, ma i prezzi sono aumentati del 18,5%. Cioè: spendiamo di più e portiamo a casa meno roba. I dati (sempre) “positivi” di cui ciarlano in TV sono una vera e propria presa in giro. O almeno, non raccontano una parte di verità, quella di chi ha già tagliato tutto il possibile: vacanze, vestiti, e ora pure la spesa.

Italia spaccata: a Bolzano si spende il doppio che in Puglia

E come se non bastasse, c’è un’Italia a due velocità. A Bolzano una famiglia spende 3.990 euro al mese, in Puglia 1.999 euro. Quasi 2.000 euro di differenza. Eppure il pane e il latte non cambiano: sono più o meno gli stessi, ovunque. È il segno di un Paese diseguale, dove la qualità della vita cambia a seconda del CAP.

Un Italia stringe la cinghia, l’altra ingrassa

È la fotografia dell’Italia del 2025: chi lavora guadagna meno, chi vende incassa di più. I salari, come ormai sanno anche su Marte, sono ormai destinati all’immobilismo più assoluto. E intanto si fa finta di niente. Ma quando la gente deve scegliere se comprare carne o pagare la bolletta, non è più un problema economico: è un’emergenza sociale. Non è normale che nel Paese del made in Italy si arrivi a risparmiare sul piatto di pasta..

Shrinkflation: quando paghi uguale ma compri meno

A complicare le cose c’è anche la shrinkflation, la truffa silenziosa dei prodotti “sgrammati”: stessa confezione, stesso prezzo, ma dentro meno quantità. Biscotti con 20 grammi in meno, detersivi più leggeri, pacchi di pasta che passano da 500 a 450 grammi. Una fregatura legalizzata che pesa ogni giorno sul portafoglio dei consumatori, che puoi aiutarci a contrastare ma che comunque pesa, ogni giorno, sulle nostre tasche.

Il governo dei poteri fortissimi

Di fronte a questo scenario, finora il governo ha pensato più a tutelare i poteri fortissimi che le famiglie in difficoltà. Sui profitti record delle grandi aziende si è voltato dall’altra parte. E quando si è trattato di colpire gli extraprofitti, lo ha fatto in modo molto soft, lasciando che le società trovassero subito la scappatoia per non pagare davvero.

Nel frattempo, chi lavora e paga le tasse vede solo rincari e stipendi fermi. È inaccettabile che il governo continui a ignorare la sofferenza sociale di milioni di cittadini, fingendo che vada tutto bene. Serve una politica che abbia il coraggio di dire basta alle rendite di posizione e ai cartelli di mercato, e che metta finalmente il potere d’acquisto delle famiglie davanti agli interessi dei soliti noti.

Quando arriverà?

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