Prezzi folli e lidi vuoti: il cortocircuito dell’estate 2025

estate 2025

Lo avevo detto all’inizio dell’estate: le vacanze 2025 sarebbero state le più care di sempre. Non servivano doti profetiche, bastava osservare l’andamento dei prezzi negli ultimi anni. E oggi, a stagione inoltrata, i numeri confermano la previsione: un’esplosione di tariffe che ha reso il mare, la montagna e persino le gite fuori porta un lusso per pochi.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: lidi semivuoti, stabilimenti balneari che nei giorni feriali sembrano deserti, famiglie che rinunciano alla settimana al mare o che si limitano a qualche giornata “mordi e fuggi”. È l’immagine di un Paese in cui il ceto medio, quello che fino a pochi anni fa teneva in piedi il turismo estivo, è stato messo in ginocchio da rincari senza precedenti. E risponde con l’unica risposta possibile: disertare la spiaggia, la montagna, il viaggio culturale.

Ombrelloni d’oro e panini da collezione

Quest’anno un semplice ombrellone con due lettini in molte località è arrivato a costare ben più di quanto eravamo abituati a vedere in passato, con aumenti diffusi e generalizzati rispetto all’epoca pre-pandemia. E non parlo di servizi extra o di stabilimenti di lusso: le cifre della “normalità” balneare sono già del tutto fuori scala. Se poi si punta a un gazebo o a un’area vip, il conto giornaliero può superare i 600 euro.

Nei viaggi in auto la situazione non migliora: in autogrill caffè e panini hanno ormai prezzi che sfiorano l’assurdo, e fare il pieno significa ormai mettere in conto una spesa aggiuntiva da weekend intero. Così, la tanto attesa vacanza inizia e finisce spesso nel parcheggio di una stazione di servizio, quando ci assale la (sacrosanta) sensazione di essere già stati spennati.

Vacanze da un altro pianeta

Come se fosse una beffa, mentre milioni di italiani fanno i conti con un’estate ridotta all’osso, esiste un altro mondo – quello delle vacanze da super-ricchi, dei figli di papà, del lusso sfrenato – in cui le cifre hanno perso ogni legame con la realtà. In Italia, ad agosto, una settimana per due persone in un rooftop di lusso a Verona può arrivare a 297.573 euro. In Sardegna, una villa con piscina tocca i 125.870 euro; a Positano si arriva a 123.099 euro; a Firenze un appartamento può costare 84.117 euro per sette notti.

Sono casi limite, certo, ma fotografano un Paese spaccato in due: da una parte chi non può permettersi neppure l’ombrellone, dall’altra chi può spendere in una settimana l’equivalente dell’acquisto di una casa.

A rischio il turismo degli italiani

Quello che stiamo vivendo è, quindi, un vero e proprio cortocircuito estivo: i prezzi stellari impattano su famiglie già da tempo impoverite, svuotando le spiagge e spingendo sempre più persone a rinunciare alle ferie. Così, il turismo interno si restringe, lasciando spazio solo a chi può permettersi spese esorbitanti o a chi arriva dall’estero, forte di un potere d’acquisto maggiore.

Attenzione, però. Qualcuno non ha fatto bene i conti, se pensa che si possa andare avanti a lungo in questo modo. Il problema non è solo economico, ma sociale: un Paese che trasforma le vacanze in un privilegio esclude la maggioranza dei suoi cittadini dal godimento del mare, della montagna, delle città d’arte. Non è solo una “sconfitta per tutti“, come dicono contriti quelli che al mare, alla fine, ci vanno: è anche e soprattutto un fatto di cui, alle prossime elezioni, qualcuno dovrà rispondere.

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