Ormai viviamo in un Paese dove si vuole a tutti i costi la guerra. Sarà che inviare le armi a fronte ci sta abituando a una mentalità belligerante, sarà che Guelfi e Ghibellini qui da noi sono figure dell’anima, immarcescibili ed eterne, sarà quello che volete ma in molti – è evidente – tifano conflitto, rissa verbale, scontro aperto. Che sia Marte a governare le cose di quaggiù si capisce da questo fatto: se accade qualcosa nella direzione contraria, quella del dialogo, in tanti saltano come i grilli. Neanche gli si fosse fatto un torto personale, a fare pace!
Ora: negli ultimi giorni ci si scandalizza se due soggetti che in passato hanno avuti scontri e scambi anche aspri – l’Associazione Codacons, che nel processo sull’inquinamento ambientale di Taranto rappresenta le parti civili, e Fedez – possano sotterrare l’ascia di guerra e decidere di fare qualcosa insieme, per gli altri. Apriti cielo: quelli che per anni ci hanno chiesto di farlo sono spariti, e gli altri strepitano e protestano a spron battuto per una cosa che invece andrebbe festeggiata.
In un senso del tutto diverso da quello inteso dal generale Vannacci, ma qui c’è davvero un mondo al contrario. Non che questo ci tocchi granché: fortunatamente noi abbiamo l’abitudine di non seguire la massa e di cambiare, all’occorrenza, idee e opinioni. Lo facciamo quando serve e soprattutto quando, come nel caso di Taranto, il dialogo può portare non solo a richiamare l’attenzione sul dramma dei cittadini che muoiono a causa dell’Ilva, ma anche a iniziative concrete per difendere la salute dei residenti. Quindi, riassumendo: lo facciamo nel nome di un interesse superiore che, evidentemente, ai molti benpensanti sfugge (o non gli è mai interessato).
Quante energie preziose, cari amici, sprecate per lottare contro i mulini a vento! Anziché criticare chi si attiva per sostenere la battaglia sull’Ilva di Taranto, come fanno alcuni, sarebbe meglio unire le forze in favore di cittadini e vittime dell’acciaieria. Fedez o non Fedez, chiunque voglia dare il proprio contributo alla causa, e scendere in campo a favore dell’ambiente e del diritto alla salute, da questo punto di vista è il benvenuto: per portare avanti una battaglia comune, bisogna essere tutti uniti e sullo stesso piano.
Il resto, francamente, è solo un modo come un altro di perdere tempo, un rumore di sottofondo, un autentico nulla di idee, proposte, soluzioni.