OTTIMISTI A GIORNI ALTERNI


Cari Amici,

è bastato un solo dato economico positivo – la crescita della produzione industriale del 4,1% – per scatenare il solito torrente di reazioni entusiastiche, di inni alla gioia e di incredibili polemiche contro i soliti “gufi” che (a quanto pare) proverebbero un piacere sadico quando l’economia va male, e per questo diffonderebbero solo previsioni catastrofiche.

“Gufo” o no, io al mito della “ripresa” non ci credo. In questi anni, governi di tutti i tipi hanno annunciato a TG unificati l’immancabile boom dell’economia. Cifre sparate (più o meno a casaccio), scenari azzardati o peggio del tutto aleatori, fantasiose ricostruzioni di cicli economici avversi o di malvagi complotti internazionali hanno distratto l’attenzione da un’evidenza indiscutibile: l’economia è ferma, ormai da tempo immemore, e nulla cambia se il PIL sale di uno “zero-virgola”. Il Paese può riprendere il suo cammino, certo, ma di sicuro non lo farà se le politiche impiegate rimangono le stesse che in questi anni ci hanno portato alla catastrofe.

Per questo mantengo i miei dubbi. Esce un dato, positivo sì, ma dopo mesi in cui la produzione industriale ha segnato cali costanti rispetto al 2015. Trattandosi del mese di agosto, caratterizzato secondo lo stesso Istat da “livelli di produzione sono molto bassi”, ha il valore che ha, e impone di aspettare l’andamento dei prossimi mesi. Per carità, speriamo continui (per tutti), ma nel frattempo mi sembra il caso di tenere i piedi per terra visto che le famiglie stanno stringendo la cinghia, i consumi sono quasi a zero, di lavoro neanche a parlarne. Eppure, il carosello degli ottimisti a giorni alterni è ripartito: chi pensa di ritoccare il PIL al rialzo, chi immagina già come impiegare le risorse aggiuntive, chi parla di “uscita dalla crisi”. Anche gli slogan sono gli stessi di sempre.

A ogni dato positivo, sempre la stessa storia. Ma non perdono mai la faccia? O sperano che ce ne dimentichiamo?

Un saluto,

CR

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