On.le Sergio Zavoli
Presidente della Commissione Parlamentare per la vigilanza sulla Rai
E AI GENTILI COMPONENTI CON PREGHIERA DI RECAPITO
VICEPRESIDENTI
On. Giorgio Lainati
On. Giorgio Merlo
SEGRETARI
On. Davide CAPARINI
On. Enzo CARRA
Senatori
AMATO Paolo, PdL
BALDINI Massimo, PdL
BIANCHI Dorina, PdL
BUTTI Alessio, PdL
CASOLI Francesco, PdL
CERUTI Mauro, PD
FASANO Vincenzo, PdL
GASPARRI Maurizio, PdL
LAURO Raffaele, PdL
LENNA Vanni, PdL
MILANA Riccardo, Per il Terzo Polo:ApI-FLI
MORRI Fabrizio, PD
MURA Roberto, LNP
PARDI Francesco, IdV
PITTONI Mario, LNP
PROCACCI Giovanni, PD
SERRA Achille, UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI
VIMERCATI Luigi, PD
VITA Vincenzo Maria, PD
Deputati
BELTRANDI Marco, PD
BONAIUTI Paolo, PdL
CUPERLO Giovanni, PD
DE ANGELIS Marcello, PdL
FORMISANO Aniello, IdV
GENTILONI SILVERI Paolo, PD
LANDOLFI Mario, PdL
LUPI Maurizio Enzo, PdL
MAZZUCA Giancarlo, PdL
MELANDRI Giovanna, PD
MOTTOLA Giovanni, PT
PELUFFO Vinicio Giuseppe Guido, PD
PERINA Flavia,
RAMPELLI Fabio, PdL
RAO Roberto, UdCpTP
SARDELLI Luciano Maria, Misto, Liberali per l’Italia – PLI
ALLE ASSOCIAZIONI:
CODACONS
– ASSOCIAZIONE TUTELA UTENTI SERVIZI TELEFONICI
– ASSOCIAZIONE PER LA DIFESA DEI DIRITTI CIVILI DELLA SCUOLA – ASSOCIAZIONE UTENTI SERVIZI TURISTICI SPORTIVI
E DELLA MULTIPROPRIETÀ
– ASSOCIAZIONE TUTELA UTENTI INFORMAZIONE STAMPA
E DIRITTO D’AUTORE
– ASSOCIAZIONE TUTELA UTENTI SERVIZI FINANZIARI,
BANCARI E ASSICURATIVI
– ASSOCIAZIONE UTENTI DEL TRASPORTO AEREO,
MARITTIMO E FERROVIARIO
– ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEI DIRITTI
DEL MALATO ARTICOLO32
– ASSOCIAZIONE UTENTI DEI SERVIZI RADIOTELEVISIVI
LIBERA DON MARIO CIOTTI
SE NON ORA QUANDO?
LIBERTA’ E GIUSTIZIA- PRESIEDUTA DA SANDRA BONSANTI
COMITATO PER LA LIBERTA’ E IL DIRITTO ALL’INFORMAZIONE ALLA CULTURA E ALLO SPETTACOLO
di cui fanno parte :
FEDERAZIONE NAZIONALE DELLA STAMPA
MEDIACOOP
ARTICOLO 21
DIRETTORE DOTT. Stefano Corradino
FEDERAZIONE DEI SETTIMANALI CATTOLICI – FISC
CONFCOOPERATIVE – CULTURA
SLC-CGIL
UGL – UNIONE GENERALE DEL LAVORO
ARCI
ACLI – ASSOCIAZIONI CRISTIANE LAVORATORI ITALIANI�
TAVOLA DELLA PACE
IL POPOLO VIOLA
AI SEGRETARI DI PARTITO
RAPPRESENTATI NELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA SULLA RAI
ON. BERSANI Pier Luigi – PD
ON. CASINI Pier Ferdinando – UDCPTP
ON. DI PIETRO Antonio – IDV
ON. ALFANO Angelino – PDL
ON. MARONI Roberto – LNP
AL DIRETTORE GENERALE DELLA RAI IN CARICA
DOTT.SSA LORENZA LEI
Gentili signori,
so, perché conosco i meccanismi e ho parlato già con alcuni di voi personalmente, che a fronte di affermazioni teoriche belle e apprezzate che chiedono che anche la società civile deve entrare a gestire le cose di pubblico interesse, nella realtà già quasi tutti – ma non tutti, altrimenti non perderei il mio tempo a scrivere questa mia – hanno i loro candidati, veri o finti appartenenti alla politica o alla “società civile”, tutte persone di cui i partiti possono fidarsi ciecamente. Potrei depositare i nomi dal notaio prima del 21 giugno.
Ma al di là di questo penso che sia comunque mio dovere sottolineare che nessuno – dico nessuno- dei candidati che vi accingete a indicare e designare appartiene alla società civile né ha mai avuto alcun contato reale con i milioni di abbonati alla RAI che forse avrebbero diritto almeno a un loro vero rappresentante.
Non necessariamente chi scrive ovviamente che non abbiamo questa presunzione, ma certo non gli altri nominativi che hanno mandato finora i loro curricula alla vostra attenzione.
Non è un atto di presunzione il mio, ma solo l’ennesimo test per capire se il nostro futuro debba davvero essere messo nelle mani dei “grilli” vocianti o possa davvero essere segnato da un desiderio di rinnovamento. Ecco, quindi, la ragione per cui vi inoltro il mio programma per il cda RAI, con fiducia che se non io qualcuno comunque lo recepisca e lo attui.
PROGRAMMA DEL CANDIDATO AL CDA RAI CARLO RIENZI
Molti pensano che la iattura della RAI siano le mani della politica sull’azienda e si affannano a accusare il Parlamento di interferenza, ma questo solo perchè finora la politica ha messo le mani sulla RAI per biechi interessi di bottega, laddove la legge in vigore, dando al parlamento il potere di suddividere la RAI secondo canali di interesse che esprimono tutte le posizioni presenti nel Parlamento stesso, ha voluto solo fare quello che – come insegna il costituzionalista Umberto Potoschnig (EDD XXI 721) – deve essere qualsiasi strumento di formazione delle opinioni e delle personalità. Esattamente come la scuola pubblica (altro baluardo, come l’informazione, della democrazia e del pluralismo), dove vige la libertà di insegnamento (dalla Carta di Luigi Filippo d’Orleans del 1830 all’art.33 della nostra Costituzione repubblicana), e che è, come il servizio pubblico di informazione, il cardine della democrazia e della formazione autonoma della personalità degli allievi.
Per avere la garanzia del pluralismo, della democrazia, nella scuola pubblica, i ragazzi devono poter incontrare nelle aule sia il professore di destra che quelli di sinistra, sia quello cattolico che quello ateo, o buddista, sia di sesso “tradizionale” che gay: solo così i ragazzi si formeranno una personalità libera e autonoma. Cosa che non avverrebbe se fossero in una scuola religiosa solo cattolica, o solo buddista, o solo laica, come avviene nelle scuole private di impostazione religiosa o etnica, che a mio parere offendono la possibilità/diritto dei giovani di formarsi una personalità autonoma e libera che porterà loro poi al rispetto di se stessi e della democrazia e del pluralismo.
Allora anche nel servizio pubblico radiotelevisivo (mentre in una tv del Vaticano o di Confindustria ciò non sarebbe possibile… e nemmeno sarebbe gradito a chi le guarda ), che lo Stato per di più ti obbliga a finanziare con il canone, tutte le varie espressioni del pensiero politico e sociale devono essere rappresentate, e per questo non va bene – come qualcuno affannosamente tenta di affermare anche da “sinistra”- una governance di “TECNICI” perché:
1- i “tecnici”, come li immaginano i cittadini, non esistono, sono anche loro al servizio, e giustamente, di una loro cultura e ideologia sociale, sia essa la cultura liberista, o quella della banca come supremo dominio, o delle tante consorterie come la (rispettabile se non si occupasse di interferire nella cosa pubblica) massoneria, o la “professoralità” delle università – che oggi esprimono tanti nostri rispettabili governanti, che sembrano come usciti dall’al di là quando fingono di essere NON POLITICI, ma sono invece, specie nei nostri atenei, nominati e formati con un sistema clientelare delinquenziale di bande docenti che si organizzano a ogni “pubblico” concorso per far trionfare la propria scuola e perpetuare il proprio potere.
2- Perché così la informazione si appiattirebbe e morirebbe di fatto lontano dalle sane competizioni e litigate tra reti sanamente divise tra destra, sinistra e centro (RAI 1-RAI2 e RAI3).
Quel che manca al servizio pubblico per essere rispettoso dell’art.21 della Costituzione non è quindi la APOLITICITA’ o APARTITICITA’ (in questo la mia storia mi ha visto nel 2004 conseguire l’1,1% alle europee con la LSITA CONSUMATORI, e dopo ospite, come indipendente, una volta da Prodi e una volta da Storace, perché ambedue avevano promesso, ma non mantenuto, di istituire un ufficio solo per la difesa dei consumatori se eletti…), ma ben altro…
E vengo al programma concreto , e non perché pensi che la Politica, o il Palazzo, per una volta riesca a essere concreto, ma perché ho fiducia nei singoli uomini liberi che compongonola Commissione parlamentare di Vigilanza e le associazioni e i partiti cui sto scrivendo:
La Rai ha bisogno di trasparenza. Per questo propongo, al netto della normale secretary industriale, di rendere pubbliche le riunioni del Cda con una semplice connessione con Rai.it, il portale online della Rai.
I Consiglieri non devono avere un ufficio a Viale Mazzini, ma intervenire solo nelle riunioni del Consiglio, al fine di evitare o scoraggiare la formazione di legami impropri con i dipendenti questuanti e produttori esterni.
Il Direttore Generale deve essere proveniente dall’interno dell’azienda possibilmente con una esperienza specifica di RAI e non di gestione di società telefoniche , deve essere un manager ma esperto di radiotelevisione e di funzione pubblica del servizio.
I Santoro e Dandini – che certo non possono essere a capo della RAI data la loro apprezzabile (ma non in una azienda che deve essere pluralista) faziosità – devono certo tornare in RAI ma non con il ricatto di floridi contratti a produttori esterni.
L’articolazione regionale della Rai rende necessaria una forma graduale di mobilità remunerata da parte di dirigenti e giornalisti che eviti nuove assunzioni e liberi le risorse interne inattive.
Gli abbonati-utenti devono poter scegliere e votare i palinsesti e trovare nuova visibilità nei programmi. Si tratta solo di individuare forme e spazi idonei.
L’offerta informativa, sia radiofonica che televisiva, va articolata secondo una logica editoriale e non politico-editoriale. Da anni invece, con la moltiplicazione delle testate, le edizioni principali dei tg e dei i gr assomigliano alle pecore dolly, tutti cloni di un solo telegiornale o di un solo giornale radio. La ricetta per superare questo “copia e incolla” che ha contagiato anche i “talk” è drammaticamente semplice: più autonomia, più servizio pubblico, e meno forme di dipendenza dai partiti: non più di quanto il marchio dei partiti c’è già – e lo dobbiamo accettare- nella suddivisione delle reti.
Privilegiare l’offerta di produzioni con risorse interne e limitare le produzioni esterne, oggi spesso praticate a costi esorbitanti per programmi che sono semplici talk in studio ma che passano attraverso il cappio ricattatore della esclusiva di un conduttore gestita da una società di profitto esterna.
Evitare di rincorrere la concorrenza privata con cachet immorali a calciatori, nani e ballerine.
Recuperare spazi adeguati a programmi sociali sulle e per le donne, e poi per le fasce deboli che non hanno ne’ testate né televisioni per far conoscere i propri problemi, e l’informazione di servizio al cittadino che è stata cestinata sia da Rai3, con la chiusura di “Mi manda rai3” che ben poteva essere inventata ex novo, sia da Radio1, con la decapitazione di un programma storico di grande successo come “Italia: istruzioni per l’Uso” che aveva portato RADIO1 al primo posto negli ascolti.
Dare più forza, visibilità e contenuti all’offerta digitale, aprendola alla sperimentazione di nuovi programmi, e trasformando uno dei nuovi canali digitali in una università on line di musica moderna d’intesa con le nuove università della musica che si stanno formando in Italia.
Snellire drasticamente la struttura gerarchica che ha creato dei mandarinati interni e una iperfetazione bucrocratica che rallenta i riflessi dell’azienda e la sua capacità decisionale.
Rimettere al centro il merito, cambiando tutti i responsabili delle varie filiere produttive che non abbiano raggiunto gli obiettivi prefissati, e sostituirli con personale interno attraverso una selezione aperta basata sui curricula e sui programmi (più o meno come sto facendo io in questo momento presentando il mio curriculum e il mio programma).
Recuperare l’idea dell’ex ministro Tremonti di trasmettere film in inglese con sottotitoli in italiano come primo passo verso una nuova programmazione pedagogica aperta all’Europa che recuperi, attualizzandola, la mitica lavagna del maestro Manzi e del suo “non è mai troppo tardi”.
Creare una struttura centralizzata sul tema del lavoro e della formazione, così come ne è stata creata una sull’intrattenimento. Il tema del lavoro può essere declinato in chiave di servizio (domanda e offerta), oltre che di informazione specialistica e di talk-utility.
Rimodellare l’offerta di informazione istituzionale ponendo sotto un’unica direzione Rai Parlamento e Gr Parlamento, e accentuando fortemente la funzione pedagogica di queste strutture, ovvero restituendole alla loro funzione originale di divulgazione responsabile dei processi legislativi, con una moderna accezione del cittadino inteso non più come fruitore passivo del lavoro parlamentare, ma come utente attivo delle leggi.
Rivedere alla base il ruolo dei cosiddetti programmi in convenzione e la struttura che li governa. La domanda di informazione istituzionale deve uscire dalla “serie b” dei palinsesti e assumere la dignità della grande offerta televisiva. Il metodo è semplice: servono autori che affianchino la struttura gestionale.
Creare un “blob” radiofonico sul modello di quello televisivo. La rete da preporre a questo lavoro di “recupero ragionato” dei materiali radiofonici è Isoradio, che ora invece si sovrappone inutilmente con la sua programmazione di musica indipendente alle altre reti generaliste.
Completare il lavoro di trasformazione di Radio1 da rete ibrida (news e intrattenimento leggero) a rete di sole notizie. Questa ambiguità dell’offerta è una delle cause del crollo degli ascolti della prima rete radiofonica del servizio pubblico che, stando a tre diverse rilevazioni statistiche, è passata nel giro di pochi anni, dal primo al 5° posto nella classifica degli ascolti. Si consideri che questa trasformazione è la sola via per giustificare e mettere a reddito una redazione formata da quasi duecento giornalisti.
L’autonomia dell’informazione e il pluralismo sono l’abc di una grande azienda culturale come la Rai, ma per raggiungere questi obiettivi serve un chiaro indirizzo strategico e industriale senza il quale la Rai è destinata a morire. La disciplina di bilancio è necessaria ma da sola non basta a ridare un’identità al Servizio Pubblico. Servono idee e una visione del Paese che si pretende di raccontare e di cui si vuole contribuire alla crescita. Per questo è fondamentale che le decisioni vengano prese non fuori ma dentro l’Azienda. La nuova governance è questa: compiere – una volta accettata, con il necessario rispetto, la spartizione tra gruppi culturali e politici che sono una realtà del nostro Paese – scelte guidate da valutazioni esclusivamente aziendali.
QUESTO IL PROGRAMMA DI UNA NOMINA ANOMALA , UN SEGNO DI QUEL CAMBIAMENTO CHE I RECENTISSIMI RISULTATI ELETTORALI DIMOSTRANO ESSERE ORMAI NEI DESIDERI DEI MILIONI DI ITALIANI CHE ANCHE VEDONO LA TV
MA SICCOME ALLA FINE PENSO CHE CIASCUNO E’ CIO’ CHE HA FATTO FINORA VI INDICO DI SEGUITO LE BATTAGLIE FATTE NELLA MIA ASSOCIAZIONE NEGLI ULTIMI ANNI IN TEMA DI SERVIZIO PUBBLICO RADIOTELEVISIVO, CHE, MI SEMBRA, SIANO IL MIGLIOR “PROGRAMMA” PRESENTABILE E AUGURO A TUTTI BUON LAVORO E BUONA (PER GLI UTENTI) DESIGNAZIONE.
CARLO RIENZI
SALUTE DIPENDENTI RAI con sent. n. 4998/2008 (Codacons C/Rai +Ministero delle Comunicazioni) il TAR ha riconosciuto il diritto del Codacons all’accesso a note riguardanti la salute anche dei dipendenti RAI in materia di amianto;
CANONE RAI, riconosciuta ai cittadini utenti la legittimazione a controllare e sindacare i bilanci e le spese sostenute dalla Rai, affermando che: “L’utente della televisione pubblica è normalmente anche un suo contribuente”( TAR I sez. n.4110/2002)
PUBBLICITA’ OCCULTA : grazie all’attività del Codacons è stato affermato che “in materia di pubblicità “occulta” è possibile pervenire alla individuazione dello scopo promozionale sulla base di elementi presuntivi gravi, precisi e concordanti, anche in mancanza della prova storica del rapporto di committenza, che solo eccezionalmente può essere acquisita, essendo nella esclusiva disponibilità delle parti. sent. n. 1997/04 (Codacons c/rai e Agcm)
ANCORA IN MATERIA DI PUBBLICITA’ OCCULTA con sent. 393/2006 (Codacons c/ Rai) si sono stabiliti ulteriori direttive e indirizzi in materia di programmi televisivi e su ciò che può, deve e non deve andare in onda.
DIRITTO DEGLI UTENTI A SINDACARE I CONTENUTI – Tar Lazio sent. n. 4807/2007 (CODACONS C/Rai+Ministero delle Comunicazioni Raipoli)- Tar Lazio, III Sez., con sent. 10 gennaio 1992 n.23 – hanno riconosciuto il diritto degli utenti ad agire avverso provvedimenti di determinazione dei canoni radiotelevisivi in riferimento alla tutela di situazioni costituzionalmente garantite
CORRETTEZZA E TRASPARENZA DEI PROGRAMMI – Tar Lazio AFFARI TUOI – con sent. n. 13039-09 del 16/12/2009 Consiglio di Stato sent. n. 3708/2008, sent. 03015/2011, sent. 03016/2011, sent. 03018/2011, sent. 03017/2011 ha sancito che “le manifestazioni che prevedono l’erogazione di premi in favore di spettatori non presenti nel luogo della manifestazione assumono una finalità commerciale, perché la prevista possibilità di assegnazione di premi al pubblico a casa costituisce evidente strumento per l’incremento dell’audience, a differenza della distribuzione di premi solo in favore dei soggetti presenti in trasmissione che si inserisce invece nella mera dinamica di intrattenimento dello spettacolo radiofonico o televisivo.
BANDO RAI PER ASSUNZIONE GIORNALISTI- R.G.N. 8040/2010, ordinanza cautelare n.4671/2010 (Codacons c/RAI) ha riconosciuto la legittimazione del Codacons ad impugnare il bando avente ad oggetto la procedura di selezione di personale giornalistico presso le sedi regionali della R.A.I.
TELEVOTO SAN REMO-BALLANDO CON LE STELLE, grazie all’intervento del Codacons si è indirizzata la concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo al corretto svolgimento delle operazioni di televoto al Festival di San Remo edizione 2011 e sui cachet milionari della trasmissione Rai“Ballando con le stelle”
INCOMPATIBILITA’ E SALVAGUARDIA RISORSE RAI in merito alla delibera n. 220/06/CONS, con cui l’A.G.COM. ha accertato la situazione di incompatibilità del dr. Alfredo Meocci nella carica di Direttore Generale della R.A.I. CODACONS ha avuto ragione Consiglio di Stato VI sez., sent.6181/2006 e sent. 341/2007 (Codacons c/ Rai)
Consiglio di Stato di Stato RG.7500/1998 Sent. n.1610/2004 (Codacons c/Ministero
PUBBLICITA’ OCCULTA IN RAI E TELEVOTO Sent. Consiglio di Stato n. 443/2009 Codacons c/ Rai +Agcom in merito a pubblicità ingannevole;Consiglio di Stato sent. n.6576/2010, Consiglio di Stato sent. n. 442/2009 Televoto Miss Italia in relazione al corretto svolgimento delle operazioni di televoto al concorso Miss Italia edizione 2009
PROBLEMI SOLLEVATI A FAVORE DEGLI UTENTI E DELLA AZIENDA
corte conti C/ Rai in materia di costi delle trasmissioni; Esposto Procura della Repubblica di Roma in materia di Raiopoli
COMITATO ETICO PER LA SCELTA DEGLI ESPERTI PROFESSIONISTI DA INVITARE NELLE TRASMISSIONI istanza per la costituzione di un comitato etico per il controllo della correttezza nella azienda pubblica nei confronti degli utenti del servizio radiotelevisivo anche per la scelta dei professionisti da invitare in trasmissione
CICLO DI MINI TRASMISSIONI SU RAI1 PER CONSIGLI AI CITTADINI CONSUMATORI
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