Nel tempio solo i mercanti: il business del funerale del Papa

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In un momento in cui la galassia dei credenti (e pure dei laici) avrebbe bisogno di raccoglimento, rispetto e memoria, l’essere umano – come spesso accade – mostra il peggio di sé. Con la morte di Papa Francesco – una vera e propria tragedia per chi, come me, sostiene le ragioni della pace – tanti appetiti osceni, magari sopiti ma non certo estirpati da questo nostro mondo, si sono risvegliati. Eh sì, perché nonostante il momento, nonostante la morte, nonostante tutto, c’è chi non riesce a resistere alla tentazione: fare cassa. Anche adesso.

Mentre milioni di persone si preparano a un ultimo saluto carico di commozione, infatti, la Capitale si sta trasformando in un campo minato di speculazioni. La domanda – per i fedeli che avrebbero piacere di salutare, per l’ultima volta, questo Papa anticonvenzionale e allergico alle adorazioni – non è più “dove dormire”, ma “quanto puoi pagare per esserci”. L’Associazione che contribuisco a guidare – il Codacons – ha già acceso i riflettori su un fenomeno tanto prevedibile quanto osceno: il caro-prezzi indecente di hotel, B&B e appartamenti in vista delle esequie.

Il Dio Denaro

I dati parlano chiaro. Le tariffe di alcune strutture sono schizzate fino al 300% nel giro di 24 ore. Un’ondata di cinismo perfettamente in linea con il mercato del dolore: camere da 80 euro lievitate di 10 volte, monolocali da studenti trasformati in suite (dai prezzi) imperiali, stanze in zona Vaticano affittate a prezzi da paradiso caraibico ( 2.500 euro a notte!).

La Roma dei rentiers si prepara ad accogliere migliaia di persone, di fedeli, nel nome della pace, della fratellanza e della sobrietà. Ma il messaggio più visibile, almeno per ora, è quello di un’unica adorazione: quella nei confronti del Dio Denaro. Il contrasto è devastante: il popolo si inginocchia, mentre altri – ben nascosti – fanno i conti.

Francesco avrebbe condannato questo ritorno dei mercanti nel Tempio: e lo sappiamo tutti. Questa consapevolezza aggrava il senso di disagio che la speculazione, già di per sé vergognosa, ci provoca. No, non sarebbe piaciuto il rumore dei registratori di cassa al protagonista di questa mobilitazione, colui che ha sempre parlato agli ultimi, che ha denunciato il capitalismo sfrenato, la cultura dello scarto, l’avidità travestita da sviluppo… Papa Francesco sarebbe inorridito davanti a questa corsa al guadagno, priva di qualsiasi pietà!

“Il denaro è il letame del diavolo”, diceva. Ed è difficile non vedere, oggi, quanto quel letame stia fertilizzando il business funebre più turpe che Roma abbia visto dai tempi dell’Impero..

Basta speculazione

In un mondo normale, ci si aspetterebbe un freno, una moratoria, un pudore qualsiasi. Oppure, almeno, un intervento delle istituzioni per garantire ai fedeli tariffe eque, tali da consentire una larga partecipazione al funerale di Papa Francesco. Invece niente, per ora non si muove una foglia.

Se davvero vogliamo onorare la memoria di chi ci ha insegnato la sobrietà non possiamo lasciare agire indisturbati i mercanti del Tempio. Per questo abbiamo deciso di intervenire. Lo facciamo monitorando costantemente i prezzi e raccogliendo segnalazioni, denunciando e tutelando i diritti dei viaggiatori. Questo è il momento di dire chiaramente, a pieni polmoni, che non è accettabile trasformare un momento di saluto, di lutto per una comunità, in una fiera di profitti personali.

Se nell’Italia dei listini flessibili e dell’etica liquida tutto si vende, anche il dolore, per cambiare facciamo una cosa rivoluzionaria: iniziamo col dire le cose come stanno. Vuoi vedere che qualcuno comincerà a darsi una svegliata?

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