Quando i miliardari giocano a fare i re

Bezos

Immaginate l’internamento in un manicomio giudiziario: un luogo fuori dal mondo, dove le regole e la sanità mentale sono sospese. Bene: Jeff Bezos, nel suo matrimonio di lusso a Venezia, ha fatto esattamente questo – solo che nessuno lo fermerà con un ricovero. Al massimo gli fanno un po’ di pubblicità.

Ecco i fatti. Venezia trasformata nel parco giochi del miliardario più esibizionista del pianeta (e ce ne vuole, con Musk in circolazione), ormai in piena metamorfosi nel ruolo di imperatore impazzito. Risultato: una 90ina di jet privati atterrati, alberghi blindati, tappeti rossi, paparazzi ovunque, e un codazzo di vip e vippetti così fuori controllo da far rimpiangere i balli in maschera di Maria Antonietta. Ma almeno lì c’era un minimo di gusto. Qui, neanche l’ombra: solo ostentazione grottesca.

Sia chiaro: non sono contrario all’amore, né al matrimonio. E neanche alla ricchezza in sé. Ma quando l’unione di due persone si trasforma in una sfilata da delirio megalomane, allora qualche domanda è legittima. E no, non è populismo: è buon senso. Mentre milioni di famiglie fanno i conti con inflazione, mutui alle stelle e stipendi da fame, ai cittadini è stata proposta una rappresentazione pacchiana dell’onnipotenza di alcuni. 

Un’onnipotenza confermata dai dati, e sempre più inscalfibile. Secondo Oxfam, il 1 % più ricco ha accumulato 33.9 trilioni di dollari dal 2015 – una cifra sufficiente a cancellare la povertà.. 22 volte.

Serviva, in questo momento, il manifesto del narcisismo patologico di chi vive in una dimensione parallela? Serviva, in una città assediata dalla speculazione, un’arena da circo per super-ricchi, serviva l’espropriazione dello spazio pubblico per fini privati? No, davvero no.

Alla fine, questo matrimonio non è stato un evento da cronaca rosa. È stato una cartina di tornasole della ricchezza estrema che diventa spettacolo, per di più su un palcoscenico fragile come Venezia. Una farsa ostentata, priva di misura e di empatia. Bezos non ha festeggiato: ha affermato il suo dominio – e lo ha fatto ammorbidendolo con coriandoli e mancette.

Ecco la verità: se ci fossero ancora i manicomi giudiziari (moralmente parlando), allora Bezos avrebbe un posto riservato. Perché quando ostenti ricchezze così, ignorando dissenso, inquinamento e decenza, davanti allo specchio della realtà mentale qualcosa si incrina. Non è follia criminale, ma della peggiore specie: la follia del potere senza freni.

No, non venitemi a dire che il matrimonio di Bezos è stata una favola. È stata una parabola moderna dell’eccesso: zero pudore, zero misura, zero empatia. Una pantomima da satrapo globale che pensa di poter comprare tutto: anche la bellezza, la discrezione, la grazia.

Ma spoiler: nessuna di queste cose è in vendita, Jeff

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