La Rai – bontà sua – ha deciso di dedicare ore di palinsesto al miracolo di San Gennaro: il sangue che si scioglie, guarda caso, all’ora esatta concordata col Padreterno. Uno spettacolo televisivo condito da cronisti in estasi e primi piani commossi, come se da quel rito – affascinante, per carità, ma la laicità dello Stato chi se la ricorda più? – dovesse dipendere il destino del mondo.
In testa alla processione, immancabile, il presidente De Luca. Perché si sa, ogni occasione è buona per farsi vedere e raccogliere applausi, soprattutto quando il palcoscenico è quello della fede popolare. Ma invece di limitarsi a sfilare tra flash e telecamere, forse sarebbe più utile chiedere un miracolo vero: che arrivi un parente di De Luca a dirigere la Regione, magari con un po’ più di senso pratico e meno teatrini.
Intanto nei vicoli della vecchia Napoli, quelli che la televisione non mostra, il miracolo atteso è sempre lo stesso: un po’ di benessere, un lavoro dignitoso, un’alternativa al contrabbando che per decenni ha fatto da ammortizzatore sociale, dalle sigarette alla droga. Altro che sangue che si scioglie: qui si sciolgono le speranze, giorno dopo giorno.
Il miracolo sarebbe vedere meno ipocrisia, meno passerelle, meno religione-spettacolo. E più fatti concreti, più sicurezza, più pulizia, più giustizia sociale.
Ma mi rendo conto: è chiedere troppo al povero San Gennaro.
Amen.




