Il 25 aprile non è solo una ricorrenza storica: è un promemoria scomodo. Ci ricorda che la libertà non è mai scontata, che i diritti non sono dati per sempre, e che la democrazia è fragile se non c’è chi la difende ogni giorno.
La Liberazione fu un atto di coraggio collettivo. Ma oggi, chi difende davvero i cittadini? Chi vigila sui loro diritti, sui soprusi quotidiani, sulle disuguaglianze crescenti, sulla burocrazia che soffoca?
Il messaggio del 25 aprile è chiaro: non basta ricordare, bisogna agire. Contro abusi, ingiustizie e l’indifferenza delle istituzioni. E chi non partecipa, chi non denuncia, chi si gira dall’altra parte, è complice del degrado democratico.
Nel nome della Liberazione, bisogna scegliere da che parte stare: contro i poteri “forti” che ci governano, contro le ingiustizie quotidiane che subiamo, contro chi ogni giorno svuota di senso le parole “libertà” e “Costituzione”. Oppure dalla loro parte?