Passano gli anni, i governi, i Festival di Sanremo, ma c’è una cosa che non cambia mai: le telefonate commerciali arrivano ai nostri telefoni senza sosta, a tutte le ore, e sembra che non ci sia forza capace di fermarle. Neanche quelle messe in campo dallo Stato: solo qualche mese fa è stato annunciato in pompa magna il nuovo Registro delle Opposizioni, e ora già se ne celebra il clamoroso fallimento. Nonostante ad oggi si contino ben 3,9 milioni di iscritti, il nuovo Registro pubblico delle Opposizioni non ferma il fenomeno del telemarketing, e più della metà degli utenti che hanno aderito al nuovo servizio continua a ricevere telefonate commerciali.
Il flop, insomma, è sotto gli occhi di tutti: non passa giorno senza che ognuno di noi riceva telefonate pubblicitarie da parte di aziende energetiche, società di servizi, di criptovalute, finanziarie. In dettaglio: il 38% circa delle telefonate commerciali ricevute dagli utenti propone contratti di forniture per luce e gas, mentre il 31% è legato al mondo della telefonia; cresce nell’ultimo periodo la quota delle telefonate che propongono investimenti e trading online, che raggiunge il 30% del totale. Sempre più numerose poi le chiamate che provengono da sistemi automatizzati attraverso numeri fittizi creati da appositi software proprio allo scopo di aggirare ed eludere le norme in materia.
Non mi piace dire “l’avevo detto”, ma stavolta non ho alternative. Già in tempi non sospetti avevamo previsto il possibile flop del nuovo Registro, e i numeri ci danno purtroppo ragione. Le falle che caratterizzano questo strumento e gli interessi miliardari che ruotano attorno al settore del telemarketing impediscono oggi di porre davvero fine all’odioso fenomeno delle telefonate selvagge, che si è trasformato cambiando pelle e ricorrendo a strumenti sempre più sofisticati e tecnologici per aggirare la normativa nazionale e colpire i consumatori.
L’ultima sul tema è arrivata dal Garante della Privacy: «Basta il no al telefono contro le telefonate moleste». Ovvero: sarebbe necessario per il cittadino esprimere la propria opposizione nel corso della telefonata, e così – voilà – si risolverebbe il problema. Una soluzione all’italiana: invece di impedire le chiamate, si rimette al consumatore perseguitato il compito di far rispettare la propria volontà. Come se, poi, un “no” di fronte a tanta furia pubblicitaria bastasse..
La verità è una sola: il Registro delle Opposizioni non serve a niente, è come se non esistesse. Il telemarketing aggressivo è inarrestabile e tutti noi siamo inermi di fronte a questo Moloch, impossibilitati a difenderci – come fosse un girone dantesco – in perpetuo, costretti per sempre a rispondere a telefonate che crediamo amiche per poi scoprire che non lo sono; a meno che un governo di buon senso, certo, non decida di avere pietà di noi e approvare una piccola legge. Basterebbe trasformare le telefonate commerciali a persone che hanno espresso il proprio diniego – con il Registro delle Opposizioni o qualsiasi altro strumento – in pratiche commerciali scorrette.
Allora sì, a forza di multe, che vedremmo finalmente tacere questi benedetti telefoni!