LA FERRAGNI, FEDEZ E QUELL’ACQUA A 8 EURO


Ho da poco scoperto che Fedez, volto notissimo del mondo musical/televisivo, ha indirizzato a me uno dei suoi tweet a proposito dell’acqua di Chiara Ferragni griffata venduta al pubblico al prezzo di 8 euro a bottiglietta. Come avvocato difensore, lo dico affettuosamente, non è granché: meglio che abbia scelto la carriera da rapper.

Lui scrive che azioni legali ed esposti promossi dal Codacons servono “per cavare facili consensi” e mi chiede sarcasticamente “due pesi e due misure?” mostrandomi i prezzi di un’acqua addirittura più costosa di quella promossa dalla sua compagna.

Ora: questa sembra la risposta di uno studente discolo, che colto in flagrante si difende a colpi di “Così fanno tutti”. Io ti ringrazio caro Fedez di avermi e averci indicato altri casi del genere: ci sono bottiglie a 75 euro? Grazie per la segnalazione, prenderemo provvedimenti anche lì. Ti garantisco la massima par condicio, nessun “due pesi e due misure”. Ma questo “Così fanno tutti” non cambia niente: resta il fatto che l’acqua a 8 euro non è concepibile. Punto e basta.

Sarebbe troppo facile ricordare come solo ieri il presidente dell’Istat Maurizio Franzini – durante un’audizione sulla Nota al Documento di economia e finanza del governo – abbia diffuso numeri atroci sulla povertà: 5 milioni di persone in condizione di povertà assoluta, il massimo dal 2005 sia in termini di famiglie (1,778 milioni, pari al 6,9% delle famiglie residenti) che di singoli individui (8,4% dell’ intera popolazione). Sarebbe troppo facile confrontare le due vicende, e ricordare che nello stesso Paese in cui avviene questa macelleria sociale gli scaffali dei supermercati propongono un’acqua (acqua!) da 8 euro. Troppo facile, perciò evitiamo.

Il punto non è questo: il punto è che – anche se capisco che un conto in banca a 7 zeri alteri la percezione delle cose – quando il Codacons si batte contro il caro-prezzi lo lo fa in favore di tutti i consumatori, Fedez e Ferragni inclusi, perché anche loro sono consumatori. Fedez, ascoltami: dovresti ringraziarci, non arrabbiarti!

Da anni ci battiamo contro il caro-carburanti, il caro-vacanze, il caro-scuola. Non è certo per antipatia personale o “per cavare facili consensi” (cosa davvero improbabile, vista la dimensione del fan club dei Ferragnez) che ci occupiamo anche di questa storia, ma semplicemente per coerenza con la nostra storia e il nostro compito professionale. Abbiamo deciso di presentare un esposto chiedendo al Ministero di valutare il divieto assoluto di vendita del prodotto in Italia e alla Guardia di Finanza di svolgere accertamenti perché vendere una bottiglia di normalissima acqua da 75 cl a 8 euro è un fatto non solo immorale – e ok, se ne può discutere, dipende dai punti di vista – ma potenzialmente illegittimo. Esiste infatti in Italia una legge, la 231 del 2005, che prevede il contrasto dei “prezzi anomali” nel settore alimentare, ossia quei prezzi soggetti a ricarichi eccessivi nei vari passaggi che li portano alla vendita al pubblico. Questa è una legge, Fedez, che nessuno ha scritto “contro di voi”.

Sai qual è il rischio, caro Fedez? Il rischio è che far salire il prezzo di un bene essenziale come l’acqua a 8 euro a bottiglietta apra la porta a pericolosi andamenti dei listini, con conseguenze incalcolabili: una pratica a nostro avviso scorretta e da vietare nel nostro Paese. Ecco perché si tratta di una questione molto più importante di te, di me o di Chiara Ferragni: ne va dell’interesse di tutti i cittadini. Tutti, non solo quelli che hanno 8 euro da spendere per una bottiglietta.

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