Altro che boom economico, “Italia meglio di Francia e Germania“, fanfare varie: la verità è che gli italiani continuano a tagliare la spesa alimentare.
Ci dice l’Istat infatti che le vendite dei prodotti alimentari crescono dello 0,3% in valore ma cedono lo 0,7% in volume. E va ancora peggio allargando lo spettro d’analisi: le vendite calano addirittura dell’1,4% nei primi sette mesi del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Un tracollo a tutti gli effetti.
Di fatto, questi dati dicono una cosa e una soltanto: i cittadini, quando si tratta di mangiare, risparmiano all’osso. Le famiglie continuano a risentire dell’onda lunga del caro-prezzi che ha investito alcuni comparti nel nostro Paese, e per larghe fasce della popolazione – certo, c’è chi mangia aragosta a pranzo e cena: ma sono pochissimi – questa lunga notte, fatta di crisi economica e salari stagnanti, non è affatto finita.
Checché ne dicano ottimisti patologici e lacché vari, è sotto gli occhi di tutti il fatto che l’onda lunga del caro-prezzi continui ad avere effetti sui comportamenti di spesa degli italiani. Non è un caso se le famiglie – sempre più spesso – sono costrette a rivolgersi ai discount, esercizi che segnano la più forte crescita delle vendite nel 2024 (+3% su base annua).
Questi sono i fatti, il resto sono annunci e promesse vuote. Chi ha ancora, stando così le cose, proclami trionfalistici da rivendicare?