Nei giorni scorsi è toccato a Elettra Lamborghini: le Fiamme Gialle (1° nucleo operativo metropolitano di Bologna) hanno concluso una verifica fiscale a suo carico (ovvero: sulla ditta individuale a lei intestata). Le viene contestato un importo superiore al milione di euro.
A seguito dell’accertamento, la Lamborghini è stata denunciata in Procura: l’ipotesi è quella di dichiarazione infedele, un (classico) reato tributario – previsto dall’articolo 4 del decreto n.74 del 2000 – che prevede sanzioni fino al 180% dell’imposta dovuta, a meno che il contribuente non provveda a regolarizzare la propria posizione.
La notizia è circolata molto ma non è, amici, una gran novità. Già nei mesi scorsi, a più riprese, sono emersi casi di accertamenti fiscali a carico di influencer. Tra loro Vacchi, Luis Sal, ma non solo: gente che si è pure vantata sui social delle spese pazze e della propria capacità di sprecare denaro, ma che di tasse e simili evidentemente non si è mai interessata granché.
Una “ripulita” al settore, visti i profitti, è sacrosanta: il business degli influencer ha sfiorato in Italia i 350 milioni di euro nel 2023, con un giro d’affari che dovrebbe superare i 375 milioni di euro nel 2024. Un ambito opaco e poco trasparente in tutto e per tutto, compresi i regali: l’operazione della Guardia di Finanza conferma come sia urgente stabilire regole stringenti per chi opera nel comparto – sia allo scopo di garantire maggiore trasparenza e correttezza agli utenti, sia per assicurare che tutti i proventi legati ad attività di influencer marketing siano correttamente dichiarati al Fisco e soggetti a tassazione come prevede la legge.
Anche per questo, nel corso del tempo abbiamo inviato una serie di segnalazioni proprio al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, nell’ambito del Protocollo a tutela dell’economia legale e dei distretti industriali (di cui la nostra associazione fa parte), denunciando l’attività di noti influencer e personaggi famosi che pubblicano sui social foto e contenuti riconducibili a hotel di lusso, resort, spa, o richiami espliciti a brand o prodotti, senza informare i follower circa il contenuto pubblicitario del messaggio.
Alle Fiamme Gialle chiedevamo di svolgere accertamenti fiscali al fine di verificare se la ricchezza patrimoniale degli influencer possa essere il frutto della concessione di regalie, attività di pubblicità e promozione di location, prodotti e beni di consumo, avviando un controllo sulla rilevanza di tali operazioni, sulla loro idoneità a costituire reddito e, quindi, sull’incidenza in ordine agli obblighi dichiarativi.
Capita di rado di vedere superate – in positivo – le proprie aspettative. Perciò bravi, bravi, bravi ai finanzieri di Bologna: un altro tassello – nella direzione della giustizia fiscale – è stato posato!