Accadono cose incredibili al processo ILVA, che dura da una vita e dove la strategia difensiva mira(va) solo alla prescrizione.
Per esempio: potrebbe sembrare secondaria, ma è importante l’ordinanza della Corte d’Assise di Taranto (nella persona del presidente della Corte Stefania D’Errico) che ha parlato di “intollerabile atteggiamento ostruzionistico” delle difese degli imputati e ha disposto l’accertamento medico-fiscale, vista l’assenza in udienza da parte del testimone prof. Giancarlo Fruttuoso. La Corte, ancora, ha ordinato la citazione tramite la Cancelleria di altri 4 testi (Giuseppe Nano, Piergiorgio Fontana, Marco Valenti, Angelo Moretto) riservandosi “ogni ulteriore valutazione in merito agli impedimenti addotti da ulteriori tre testi (Giulio Sesana, Paola Roncada e Fabio Conti)”. Un bel segnale, incoraggiante, come a dire: non si può più aspettare oltre.
Lo aspettavamo da tempo, visto anche che da tempo assistiamo a una lungaggine sfibrante. Un’infinita serie di rallentamenti, questioni procedurali e simili hanno dato a un processo importantissimo il ritmo della lumaca. Ora questa novità, e davvero era ora: finalmente i giudici si attivano contro il tentativo della difesa della famiglia Riva di ritardare il processo. Un intollerabile atteggiamento ostruzionista che anche la Corte d’Assise ha ritenuto di sanzionare.
Ecco il sunto della vicenda:
“Nonostante ogni sforzo organizzativo profuso per la regolare celebrazione del processo e la costante disponibilità della Corte nella programmazione delle attività processuali, si è riscontrato un intollerabile atteggiamento ostruzionistico delle Difese degli imputati, che ha sostanzialmente reso vano l’impegno profuso per la ripresa dell’attività giudiziaria”. Parole chiarissime.
La testimonianza – uno sfogo e vero proprio, contro i continui rallentamenti di cui il processo è stato oggetto, è qui:
C’è poco da commentare. Noi continueremo il nostro lavoro, come è nostro dovere. Andremo fino in fondo: per Taranto e per i suoi cittadini.
Di oggi e di ieri.