Il Sistema Sanitario Nazionale sta collassando


Il Sistema Sanitario Nazionale non è per niente in salute: è anzi un paziente in coma (apparentemente) irreversibile, e la malattia che lo consuma sotto i nostri occhi non accenna a placarsi. Altro che COVID-19, emergenza pandemica, scenari impronosticabili: la nostra Sanità era in crisi nera già prima del biennio pandemico, e da quella crisi non si è mai ripresa.

La crisi strutturale del sistema di emergenza sanitario sta letteralmente esplodendo in diversi ospedali italiani, che non riescono a far fronte agli accessi e alle richieste di cure dei malati. Stando ai dati, più di un cittadino su dieci è stato costretto a rinunciare alle cure, durante il 2021. E i tempi di attesa per gli screening sono ormai giurassici: si può aspettare anche due anni per una mammografia, circa un anno per un’ecografia, una tac o un intervento ortopedico. Questi, peraltro, sono i temi più denunciati dai cittadini: i tempi lunghissimi di attesa per l’accesso rappresentano il 71,2% delle segnalazioni, mentre il 53,1%, riguardano gli interventi chirurgici e agli esami diagnostici. 

Dal Veneto che denuncia la mancanza di oltre mille medici, al buco di 20mila infermieri in Lombardia, ad annaspare è tutto il servizio sanitario nazionale“.

Luigi Mastrodonato, Wired

Il taglio alle risorse della Sanità, salvo poi reclamarne la funzione indispensabile in tempi di epidemia, è d’altra parte una delle poche soluzioni che i nostri governanti sanno individuare: nel decennio 2010-2019 il Servizio Sanitario Nazionale ha perso 37 miliardi di euro. Una situazione che rischia di esporre nosocomi e medici a una valanga di denunce per omissione di soccorso, concorso in lesioni e, in caso di decessi nei pronto soccorso, concorso in omicidio colposo.

Nell’ultimo decennio tutti i Governi hanno contribuito a sgretolare il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), la maestosa opera pubblica costruita per tutelare la salute delle persone”.


Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE

Ora bisogna fare qualcosa. Per affrontare l’emergenza, proponiamo innanzitutto soluzioni concrete, reali, immediate: come quella di accreditare presso il Servizio Sanitario Nazionale gli studi medici privati, al pari di quanto già avviene con le cliniche convenzionate, e di ricorrere in via d’urgenza ai medici militari nelle situazioni in cui il sovraffollamento dei pronto soccorso metta a rischio la vita dei pazienti. Per farlo, bisogna apportare le necessarie modifiche alla normativa vigente per consentire a tutti i pazienti di poter accedere in modo il più possibile agevole alle prestazioni di cui necessitano.

Il diritto alla salute non si trascura, il diritto alla salute non si negozia.

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