Cari Amici,
i drammatici fatti degli ultimi giorni e delle ultime settimane hanno purtroppo dimostrato, una volta di più, che il problema della droga e della dipendenza da sostanze stupefacenti è ben lontano, come qualcuno forse credeva, da una definitiva soluzione. Un problema complesso, difficile, che impone interventi a 360° e l’apertura di un dibattito sulla condizione giovanile, sulle ragioni profonde di un disagio crescente, sulle mancanze e gli errori commessi negli ultimi anni tra educatori, professionisti, istituzioni e, naturalmente, ragazzi e ragazze.
Mentre la polemica intorno alla chiusura del locale coinvolto, e in generale la stretta di Alfano sulle discoteche, infuria, sbalordisce l’assoluta latitanza di chi, la “questione droga”, dovrebbe conoscerla più di tutti: il Dipartimento Politiche Antidroga da più di un anno non avvia alcun intervento, non propone soluzioni, in pratica è sparito dai radar. Di misure adeguate ed effettive, dirette a prevenire o comunque limitare tale emergenza sociale, soprattutto per i minorenni, neanche l’ombra. Nessun progetto è stato realizzato al fine di promuovere la definizione e la diffusione di linee guida esistenti sulla prevenzione e la cura basate sulle evidenze scientifiche. E non parliamo del gioco d’azzardo patologico, che ormai – in Italia – ha raggiunto le dimensioni di un’epidemia, con la benevola supervisione del Governo (o meglio, dei Governi di ogni colore).
Di una seria e decisa politica antidroga, nel nostro Paese, non c’è traccia: ma perchè? Provo a rispondere: perchè le strutture adibite proprio a prevenire ed impedire il diffondersi di nuove sostanze stupefacenti nel nostro Paese fanno acqua da tutte le parti, tanto da finire addirittura coinvolte in uno scandalo giudiziario; la loro attività, che adesso sarebbe cruciale, viene svuotata da decisioni che la magistratura ha condannato come illegittime.
Un esempio: dopo la sentenza del TAR del Veneto che ha sancito gli abusi commessi dalla Ulss 20 contro i ricercatori del SERT, ora anche il Tribunale del lavoro di Verona ha condannato l’ente per avere abusivamente licenziato il ricercatore Maurizio Gomma. Da questa situazione è derivato lo smantellamento del programma di ricerca che serve a individuare in tutta Italia le nuove droghe.
Insomma, siamo ridotti proprio male: il peso del contrasto nei confronti dello spaccio e della circolazione di stupefacenti ricade interamente sulle forze di polizia, che – da sole – non possono farcela, nonostante l’impegno profuso. L’Italia, nel frattempo, è ormai il crocevia del traffico internazionale, e la crescita di sequestri di eroina (+5,30%) e droghe sintetiche in dosi (+23,99%) lo dimostra.
Abbiamo poco tempo per intervenire, se vogliamo evitare che il “sonno” delle politiche antidroga continui a generare mostri!
A presto,
Carlo