Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma che non c’è


Anche se nessuno ne parla, anche se nessuno se ne ricorda, a Roma c’è da un bel po’ un sindaco di nome Roberto Gualtieri.

Negli ultimi tempi però, ancor più di quanto accaduto dall’inizio del suo mandato, del primo cittadino della Capitale non c’è traccia: eccezion fatta per la ormai tradizionale passerella al Gay Pride, dove il nostro ha intonato Bella Ciao a squarciagola e a favor di teleacamere, dalle cronache Gualtieri è sparito come capita a chi parte per un lungo viaggio. Eppure, a quanto risulta, il sindaco è ancora lui; e di problemi, in città, se ne vedono sempre di più. Uno su tutti: sul piano della raccola dei rifiuti la Città Eterna è nel caos più totale. Addetti alla nettezza urbana che vagano stralunati, cassonetti ovunque, immondizia sparsa come se non ci fosse un domani. Il sito dedicato un buco nero senza fine, mentre riuscire a contattare il call-center dell’azienda di raccolta rappresenta un’impresa storica, di quelle da raccontare ai nipoti. Un disastro a tutti gli effetti, specie per chi prometteva miracoli: appunto, Gualtieri stesso.

Di fronte a tanto tracollo, se stupisce la sua assenza, ancora di più impressiona il silenzio assoluto di TV e giornali nei confronti suoi e della sua giunta. Se quanto appena raccontato fosse accaduto anni fa avremmo assistito a un assalto – giustificato certo, ma senza dubbio caotico e ferocemente critico – all’indirizzo dell’Alemanno, della Raggi, persino del Marino di turno. Sarebbe accaduto un putiferio, come doveroso quando si parla di Roma. Oggi, invece, zitti e mosca: il nostro passa da un’infornata di nomine all’altra, rimuovendo pure i bonus energia, senza essere chiamato a rispondere delle ragioni del disastro in cui versa la Capitale che dovrebbe amministrare. Anzi, l’emergenza viene del tutto negata dal sindaco, che è sì andato in tv a scusarsi – perché la città, evidentemente, è ancora sporca e questo ai romani non si può proprio nascondere – ma al tempo stesso, con notevole capacità inventiva, è riuscito a dire che il servizio nel tempo è migliorato. Voilà: e ancora una volta, ne è uscito senza una macchia.

Chissà come mai, l’atteggiamento dell’informazione nei suoi confronti sembra quello di un genitore bonario – disposto a tollerare all’infinito le marachelle del figlio. Stampa romana e nazionale, che fino a ieri indagavano ossessivamente le magagne cittadine, non sembrano più il cane da guardia del potere – ma il cane di compagnia. Giornali e TV, come ipnotizzati, riportano solo inaugurazioni di autobus e comparsate pubbliche – come parlassimo di un VIP, e non di un amministratore stipendiato dai cittadini.

Beato Roberto Gualtieri, il sindaco di Roma che non c’è. Ha avuto il privilegio di amministrare la Città Eterna come non capita mai a nessuno, come un Cesare: immune alle polemiche, lontano dalle critiche, al di sopra delle evidenze. Non ha combinato nulla, d’accordo: ma vuoi mettere almeno la pacchia, se da fuori nessuno ti contesta più?

 

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