Il petrolio crolla, la benzina no: italiani (ancora) presi in giro

benzina

Adesso è proprio palese: il prezzo del petrolio è crollato del 22% da gennaio, ma alla pompa in termini di risparmi di questo calo non si vede quasi traccia. Mentre il Brent scende sotto i 70 dollari al barile, la benzina e il gasolio alla pompa continuano a costare troppo. Un’anomalia tutta italiana, che alimenta frustrazione e rabbia tra i cittadini.

Chi ci guadagna?

Ma che coincidenza: quando il petrolio aumenta, i rincari arrivano in tempo reale. Quando scende, invece, i prezzi restano ostinatamente alti. Un meccanismo che favorisce compagnie e gestori, costringendo automobilisti e famiglie a pagare sempre di più. Un gioco al massacro che, però, ha raggiunto livelli intollerabili.

Non bastano piccoli sconti

Spesso, quelli che vengono annunciati come ribassi sono ritocchi minimi, che non riflettono l’andamento reale del costo del greggio. In altre parole, si continua a fare cassa sulla pelle dei consumatori, nonostante le condizioni internazionali permettano tutt’altro.

Il governo non può restare a guardare

Le denunce pubbliche servono, noi continueremo a farle, ma non bastano. Senza un intervento concreto da parte del governo per contrastare queste speculazioni, la situazione resterà immutata. Invece la situazione sembra ancora quella di cui parlavo qualche mese fa:

Encefalogramma piatto per chi sembra aver deciso, come linea di principio, di evitare qualsiasi misura a rischio di alterare il mercato e di non muovere un dito senza il placet di multinazionali, gruppi d’interesse e compagnia cantante.

Questa è la situazione reale. E di questo passo i cittadini – che già hanno dovuto ingoiare il boccone amaro delle accise, di cui la Meloni aveva annunciato ai quattro venti l’eliminazione – continueranno a pagare più di quanto dovrebbero.

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