Il PD si è salvato: ecco chi è Carlo Calenda


Nonostante un seguito al limite dell’irrilevanza, come certificato dai sondaggi politici di questi anni, la politica italiana è riuscita nell’impresa di trasformare Carlo Calenda nel deus ex machina del nostro Paese: un compito titanico, vista la “carriera” dell’ex-ministro e i risultati deludenti ottenuti nel corso del tempo.

Proprio per questo, se in Italia ci fossero ancora giornalisti, sarebbe bello sentir porre a Calenda alcune domande, già avanzate da tempo da parte del Codacons (ma aggiornate rispetto all’epoca in cui furono poste), riguardo fatti e avvenimenti salienti del suo percorso politico: in vista delle consultazioni elettorali, è infatti sacrosanto che i cittadini conoscano nei dettagli le ragioni di scelte che hanno avuto e hanno un impatto diretto sulle vite quotidiane degli italiani.

1) Come mai è stato definito il “peggior ministro della storia della Repubblica Italiana”, e anche “ministro del disastro economico”?
2) È vero, come riportano gli organi di stampa, che durante la gestione di Calenda (come Direttore generale) i risultati dell’Interporto di Nola sono stati così fallimentari che nel 2012 la società ha registrato una perdita addirittura di 5.529.017 euro?
3) Come giustifica Calenda la fortissima critica al suo operato avanzata dall’Avvocatura dello Stato che, sulla gara per l’Ilva, ritenne di individuare un profilo di illegittimità nella condotta del Ministero dello sviluppo economico, all’epoca presieduto proprio da Calenda, per non aver consentito il rilancio di un altro concorrente (ACCIAITALIA) rispetto alla sua offerta iniziale?
4) Perché Calenda non informa i cittadini che l’avvocatura dello Stato descrisse testualmente l’operato del Mise (da lui guidato) “un eccesso di potere sotto il profilo del non corretto perseguimento del fine pubblico e dello sviamento“?
5) Corrisponde al vero la notizia secondo cui Carlo Calenda, il 7 dicembre del 2011, ha minacciato al telefono la redazione di un giornale per aver pubblicato la notizia che la società ferroviaria Ntv non era all’epoca in possesso di un indispensabile certificato antimafia?
6) Se così fosse, forse Calenda ritiene che i principi della legalità e la lotta alla mafia non siano importanti nel nostro Paese, al punto da minacciare i giornalisti che osano fare le pulci su tali aspetti?
7) È vero che nel periodo in cui Calenda fu coordinatore di Italia Futura si registrò uno scandalo relativo ai finanziamenti e alle correnti all’interno del movimento, al punto che anche stavolta i giornalisti che osarono indagare vennero minacciati di querela?
8) Come mai Calenda nel 2018 lasciò ben 162 tavoli di crisi aziendale aperti al ministero dello Sviluppo Economico, con 180mila lavoratori abbandonati a sé stessi?
9) Perché mai durante il dicastero di Calenda (anno 2017) i dati sui posti di lavoro a rischio sono aumentati del +37% rispetto al 2012?
10) Come spiega i Calenda i suoi clamorosi fallimenti sui dossier Almaviva, Fincantieri, Alitalia, Ilva, IIA, Mercatone Uno, Blutec, K-Flex?
11) Come mai Calenda ha inguaiato l’Ilva di Taranto e migliaia di tarantini, con una sventurata gestione della vertenza in atto, e come mai sempre lui ha sottratto agli italiani con la sua sventurata gestione della crisi Alitalia miliardi di euro senza vergognarsene nemmeno un po’?
12) Corrisponde al vero, come denunciato dai suoi avversari, che Calenda da ministro passava “intere giornate a commentare qualsiasi tema politico e a distribuire opinioni nei talk show”?
13) Come mai Calenda, in qualità di ministro, ha sottratto indebitamente per un anno alle associazioni dei consumatori i fondi delle multe Antitrust – unici fondi pubblici che però non vanno alle associazioni ma a progetti di cordate di organizzazioni, così come prevede la legge stessa – negando i diritti a milioni di cittadini e calpestando il Parlamento che aveva legiferato sugli stessi fondi?
14) Come mai Calenda, all’interno del suo piccolo partito “Azione”, ha affidato il programma per la sanità a un soggetto, Walter Ricciardi, costretto a dimettersi dall’Istituto Superiore di Sanità dopo che Codacons e Le Iene hanno smascherato i conflitti di interesse dello stesso con le case farmaceutiche?
15) In ragione di tale scelta è possibile pensare che Calenda sia attento ai conflitti di interesse degli altri, ma occulti invece quelli che riguardano sé stesso e il suo piccolo partito?
16) Anche se Calenda ha ripetutamente preso le distanze dal consulente di Speranza Walter Ricciardi, “il professor lockdown”, specie riguardo le previsioni sul Covid-19 (“Le affermazioni di Ricciardi sul Covid non riguardano Azione”), come mai sul sito web si legge ancora oggi che Ricciardi è il responsabile tematico del partito nell’ambito Sanità, e perché il partito non ha pubblicamente preso le distanze dallo stesso Ricciardi?
17) È vero, come denunciato da Il Fatto Quotidiano, che Calenda ha utilizzato account fittizi e profili fake per rilanciare i suoi tweet su Twitter?
18) È vero, come denunciato da Il Giornale, che nel luglio 2022 l’eurodeputato Calenda ha disertato la votazione a Strasburgo sul tema dell’energia atomica in Europa – la risoluzione verteva sull’esclusione di gas e nucleare dalla lista delle fonti energetiche meritevoli di investimenti pubblici e privati – solo una settimana dopo aver presentato al Senato la mozione per reintrodurre il nucleare nel mix energetico italiano? A quale dei due Calenda, al fan indefesso dell’atomo o a quello che non vota le risoluzioni in materia, devono credere gli elettori?
19) Calenda sottovaluta i cittadini italiani, pensa che non abbiano memoria di quanto fatto in passato?
20) Alla luce di questo cursus honorum, non sarebbe il caso – prima di candidarsi – di chiedere almeno scusa per le sue imprese, costate fior di quattrini agli italiani?

Io che sono sempre ottimista aspetto ancora risposta, ma intanto lo dico chiaro e tondo: il PD senza Calenda si è salvato, senza neanche sapere come. Figuratevi un po’ come siamo messi.

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