A volte, raramente, anche i giudici finiscono sotto processo!


Finalmente – ed è una vera notizia, considerando la prassi cui eravamo abituati – la giustizia si muove anche nei confronti dei magistrati: dopo la giusta iniziativa del Ministro della Giustizia Nordio contro i giudici di Milano, anche la Procura di Perugia diretta da Raffaele Cantone indaga per falso e abuso nei confronti della PM Antonia Giammaria che tentò di mandare a giudizio il Codacons nell’ambito dei procedimenti penali che vedono quali protagonisti il cantante Fedez, l’Associazione e il sottoscritto.

La Procura della Repubblica di Perugia, insomma, ha dato avvio alle indagini necessarie per valutare se nei fatti esposti dal Codacons possano essere individuate fattispecie penalmente rilevanti:

Come evidenziato nell’esposto trasmesso alla Procura, la Dott.ssa Giammaria non solo avrebbe tentato di rinviare a giudizio l’Associazione compiendo tutta una serie di illegittimità nell’ambito del procedimento avviato a seguito della querela presentata da Fedez, ma avrebbe omesso di astenersi dall’esercitare la propria attività anche nell’ambito del procedimento penale che ha visto coinvolto l’ex Ministro Carlo Calenda, dal quale la PM era stata nominata (con D.M. del 14.04.2016) Vice Capo di Gabinetto proprio dell’ex Ministro dello Sviluppo Economico (anche se non risulta se tale nomina sia stata poi, di fatto, accettata ).
Si è appreso ora che presso il registro delle notizie di reato della Procura della Repubblica di Perugia sono stati iscritti, a carico della PM Dott.ssa Giammaria, i reati di abuso di atti d’ufficio ex art. 323 c.p. e di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici ex art. 479 c.p.
Ragion per cui, al fine di garantire una corretta e imparziale amministrazione della giustizia, e sussistendo l’esigenza di evitare che un giudice eserciti funzioni giurisdizionali in condizioni di prestigio menomato, è stata formulata dal Codacons una istanza affinché la Pm Antonia Giammaria venga sospesa dall’esercizio delle sue funzioni, nell’attesa che sia definito il procedimento penale a suo carico.

Vedremo come andrà a finire, certo, ma intanto il principio stesso che si sta affermando – in totale discontinuità con il passato, quando la responsabilità dei giudici era un tabù – è importante e sacrosanto. Un principio semplicissimo: come in ogni mestiere, è giusto denunciare i magistrati quando sbagliano. È giusto che i gudici paghino quando commettono abuso o errori. Episodi di “non certezza” del diritto – come quelli che spesso denunciamo – danneggiano la magistratura e minano la fiducia dei cittadini. Per questo è necessaria una riforma urgente della giustizia che garantisca adeguatamente gli utenti. E per questo sono importanti procedimenti per valutare la correttezza dell’operato di un, o una, giudice: sono la prova definitiva, infatti, che nessuno è al di sopra della legge. Anche i controllori, si sa, vanno controllati.

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