“Per gli sposi è essenziale essere aperti al dono della vita, al dono dei figli, che sono il frutto più bello dell’amore, la benedizione più grande di Dio, fonte di gioia e di speranza per ogni casa e tutta la società. Fate figli!”. Così Papa Francesco, parlando agli sposi di tutto il mondo nel corso dell’Angelus. “Ieri – ha confidato – ho avuto una grande consolazione. Era il giorno della Gendarmeria, ed è venuto un gendarme con i suoi otto figli! Era bellissimo vederlo. Per favore, aperti alla vita, quello che Dio manda”.
Per carità: lungi da me la volontà di pontificare (appunto) sulle cose vaticane, ma ascoltando la storia del gendarme circondato dai pargoli (in numero che in Italia non si vede dall’inizio del secolo scorso) non ho potuto fare a meno di chiedermi una cosa. Avrei voluto domandare al Pontefice, di rimando: “Quanto prende al mese quel gendarme, Santità?“. Non si sa molto della gendarmeria vaticana, infatti, ma la sensazione è che i membri non se la passino poi così malaccio. La stabilità dell’incarico è assoluta, molto più di quanto possa garantire qualsiasi imprenditore o ufficio pubblico italiano. Senza contare che, in caso di problemi da salute e simili, l’assistenza alla famiglia è assicurata (specialità della casa!) per generazioni. Insomma: è facile ipotizzare che il gendarme, per mettere al mondo tanto folta progenie, conti sulle garanzie – di fatto quasi eterne – garantite dalla sua posizione. E chi non lo farebbe?
La situazione è completamente diversa, inutile dirlo, per la maggior parte dei giovani cui il Sommo Pontefice si rivolge perorando la causa della natalità – giovani che non sono quel gendarme, che spesso sono precari e semplicemente non hanno abbastanza soldi, supporti, assistenza e garanzie (o un mix di questi problemi) per poter pensare a un figlio. Figuriamoci ragionare al plurale, cioè averne più di uno.. Arrivar la denatalità è ormai un fenomeno strutturale: nel 2022, per la prima volta dall’Unità d’Italia, i nati sono scesi sotto la soglia dei 400.00, attestandosi a 393 mila nati. Parliamo di 184.000 nati in meno rispetto al 2008: un’enormità.
Pochi figli quindi, ma non per scelta: l’Italia rischia di affogare dentro una trappola demografica, in cui sempre meno figli generano sempre meno figli, e così via. Senza contare l’assoluta mancanza di sostegni e aiuti per i potenziali neo-genitori, l’assenza di servizi e il declino del welfare. Allora, è chiaro, il problema non è la “scarsa propensione a diventare genitori delle nuove generazioni”, un’assurdità di cui blaterano alcuni, e non è questione di convincere i giovani italiani a parole, ché di slogan hanno piene le orecchie.
La morale della vicenda è chiarissima, e vale la pena estenderla alle cose di casa nostra: date ai nostri ragazzi la stabilità, le garanzie, le tutele di quel gendarme, dategli incentivi e vantaggi fiscali degni di questo nome.. E vedrete, l’Italia diventerà una ludoteca a cielo aperto!