Non possiamo più tacere. Mentre a Gaza si consuma ogni giorno una tragedia umanitaria senza precedenti, con civili bombardati, ospedali rasi al suolo, bambini lasciati morire senza cure e aiuti umanitari bloccati al confine, noi abbiamo deciso di agire.
Abbiamo presentato denuncia a 140 Procure della Repubblica italiane contro Benjamin Netanyahu, accusandolo del reato di strage (art. 422 c.p.), crimine perseguibile anche in Italia quando riguarda azioni contro l’umanità.
Si legge nell’esposto:
“In qualità di Primo Ministro dello Stato di Israele, Benjamin Netanyahu ha diretto e ordinato operazioni militari nella Striscia di Gaza che, secondo fonti autorevoli tra cui l’Organizzazione delle Nazioni Unite, Amnesty International, Human Rights Watch, e la stessa Corte Penale Internazionale, hanno comportato: l’uccisione deliberata di civili, inclusi donne e bambini; bombardamenti indiscriminati su infrastrutture civili, scuole e ospedali; impedimento sistematico all’ingresso di aiuti umanitari essenziali, configurando l’uso della fame come arma di guerra; distruzione intenzionale di beni necessari alla sopravvivenza della popolazione civile. Tali azioni costituiscono gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e appaiono riconducibili ai reati di strage (art. 422 c.p.), crimini contro l’umanità e crimini di guerra”.
Secondo stime riportate da fonti internazionali, i morti a Gaza sarebbero molti di più di quelli annunciati. RSI parlava a gennaio di un numero compreso tra i 70.000 e gli 80.000, a cui si aggiungono migliaia di dispersi sotto le macerie e decine di migliaia di feriti, in un territorio devastato dai bombardamenti e dal blocco umanitario. Numeri già spaventosi, che tuttavia potrebbero essere ampiamente sottostimati, a causa dell’impossibilità di recuperare i corpi nelle zone più colpite e del collasso delle strutture sanitarie e dei sistemi di comunicazione.
Nella Striscia, ormai, la mattanza è ordinaria amministrazione. Una tragedia tra le tante: secondo quanto riportato dalla BBC, un recente raid aereo israeliano ha colpito l’abitazione di una dottoressa a Gaza, uccidendo nove dei suoi dieci figli. I bambini non erano in una base militare, non stavano combattendo, non rappresentavano alcuna minaccia. Erano semplicemente a casa, insieme alla madre, quando la loro vita è stata cancellata in un’esplosione. E come loro, migliaia di altre famiglie sono state annientate, nel silenzio della comunità internazionale.
Nonostante le crescenti pressioni internazionali, Netanyahu ha dichiarato l’intenzione di proseguire l’operazione militare a Gaza fino alla “vittoria totale” su Hamas. Una posizione che ha suscitato allarme anche in Israele: analisti militari e politici, incluso un ex primo ministro, hanno bollato questa strategia come insostenibile e dannosa per gli stessi interessi israeliani a lungo termine. Proseguire in questa direzione significa alimentare un conflitto infinito, devastando un’intera popolazione civile senza uno scopo realistico o moralmente giustificabile.
Ma non basta. Abbiamo diffidato la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: chiediamo la rottura immediata delle relazioni diplomatiche con Israele, almeno fino a quando non cesserà questa barbarie. Non possiamo accettare che il nostro Paese mantenga rapporti con un governo accusato di crimini di guerra e contro l’umanità.
Ogni giorno che passa è una vergogna. Ogni bambino morto è una responsabilità morale che pesa anche su chi resta in silenzio.
Pretendiamo giustizia. Pretendiamo legalità. Pretendiamo umanità. E no, non staremo zitti ad ascoltare le favole di chi ormai giustifica anche i massacri.