Mentre la primavera riempiva l’Italia di occasioni di svago e relax, qualcun altro ne ha approfittato per svuotare i portafogli dei cittadini. Le tanto attese festività del 25 aprile e del 1° maggio si sono trasformate per milioni di italiani in una corsa a ostacoli tra voli alle stelle, hotel più cari e trasporti con rincari a doppia cifra.
I prezzi, già di per sé alle stelle, hanno subito infatti la solita, per niente casuale accelerazione pre-vacanziera per toccare l’acme nei giorni finali del mese. Secondo le nostre rilevazioni, il ponte del 1° maggio 2025 è stato segnato da aumenti vertiginosi:
- +24% per i voli nazionali
- +16% per i traghetti
- +5% per gli alberghi
E il 25 aprile non era andato meglio: chi ha deciso di approfittare del ponte per una gita fuori porta si è imbattuto negli aumenti a doppia cifra del 2025, con aumenti concentrati soprattutto su carburanti, biglietti ferroviari e servizi turistici.
Tutto questo mentre i salari restano fermi, l’inflazione pesa ancora sulle famiglie e le tutele per i consumatori (leggi: interventi del governo, sempre promessi e mai arrivati) continuano a essere ignorate.
Chi guadagna da queste feste? Sicuramente non chi lavora tutto l’anno e cerca un momento di svago senza dover accendere un mutuo.
Purtroppo, è ora di lanciare l’allarme: il turismo “per pochi” rischia di diventare la nuova norma, e le famiglie italiane ne sono le vittime.
È ora di dire basta ai rincari ingiustificati, agli aumenti strategici “a orologeria” e alla totale assenza di controllo sui prezzi nei periodi di alta domanda.
Le feste sono finite. I conti, invece, li pagano sempre gli stessi.