(FONTE ANSA) – ROMA, 20 APR – Anche il Consiglio di Stato dice ‘no’ all”Election Day’. I giudici della quinta sezione, presieduti da Stefano Baccarini, infatti, hanno respinto l’appello con il quale il Codacons e il suo ‘Comitato promotore dei referendum ambientali e per il diritto ad esprimersi nelle consultazioni referendarie di giugno 2011’ contestava l’ordinanza con la quale il Tar del Lazio ha negato l’ordine ad unire in un’unica data le consultazioni amministrative e i referendum, già fissati rispettivamente per il 15-16 maggio e per il 12-13 giugno prossimi. I giudici amministrativi di secondo grado hanno in pratica confermato le motivazioni utilizzate il primo aprile scorso dal Tar. Con riferimento alla censura riferita all’aggravio di spesa che nascerebbe dallo sdoppiamento delle consultazioni, per il Consiglio di Stato “merita condivisione l’affermazione” del Tar per il quale “l’esigenza di non aggravare irragionevolmente – si legge nell’ordinanza – lo stato della finanza pubblica attiene a un interesse generale della collettività nazionale“. In una frase, l’ordinamento non prevede alcuna “azione popolare” al riguardo. Sul rischio del mancato raggiungimento del quorum referendario dovuto allo sdoppiamento delle elezioni, per il Consiglio di Stato non ci sono elementi “adeguati” per giustificare l’accoglimento della censura. Dopo la conferma che spetta al Consiglio dei ministri un ampio potere di valutazione sia sull’indizione sia la fissazione della data dei referendum (unico limite è quello che le operazioni di voto si svolgano tra il 15 aprile e il 15 giugno)’, i giudici hanno chiarito che “rientra nella sfera di attribuzione del Comitato la pretesa allo svolgimento delle operazioni di voto referendario, ma non anche la pretesa di interferire sulla scelta governativa della data all’interno del periodo prestabilito“.