Se i dati Istat sui conti economici territoriali hanno certificato un fatto impressionante – l’Italia è infatti spezzata in due sul fronte di redditi e consumi delle famiglie – ancora più impressionante è stata l’assenza di reazioni di fronte a un’evidenza che un tempo sarebbe stata considerata fallimentare e drammatica.
Il silenzio della politica è uno di quei silenzi colpevoli che, nonostante tutto, parlano da soli: è il silenzio di chi avrebbe potuto ma in fin dei conti non ha fatto nulla per cambiare le cose, il silenzio dell’ipocrisia e della disonestà intellettuale. I numeri dell’istituto di statistica, infatti, hanno confermato quello che, da tempo, si sa già, tanto che nessuno parla più di colmare le enormi differenze esistenti tra nord e sud Italia: una forbice elevatissima che, purtroppo, si allarga di anno in anno, lasciando indietro le regioni del Mezzogiorno.
Per chi però ha ancora un po’ di sale in zucca – e sa che lo sviluppo del Sud è una faccenda di interesse nazionale, che conviene pure a Bergamo o ad Aosta – fa un certo effetto vedere, nei freddi numeri, riprodotta la disuguaglianza ormai dilagante nel nostro Paese. Analizzando i dati in dettaglio, si scopre ad esempio che in Campania i consumi finali pro capite dei cittadini risultano praticamente dimezzati rispetto a quelli di chi risiede in Valle d’Aosta: 15.200 euro a residente contro i 30.500 euro della Val d’Aosta. Male anche Puglia (16mila euro) e Sicilia (17mila euro). Andamento analogo sul fronte dei redditi disponibili dei cittadini, dove in fanalino di coda è la Calabria con una media di 16.200 euro ad abitante, oltre il 48% in meno rispetto a chi risiede nella Provincia autonoma di Bolzano, e che vanta un reddito pari a 31,4mila euro.
I numeri confermano purtroppo come sul piano economico esistano due Italie che viaggiano a velocità del tutto diverse. La questione meridionale, insomma, non si è conclusa: è diventata endemica, permanente, invisibile come l’aria. Ma se il divario nord-sud si approfondisce a farne le spese saranno (ancora una volta) i cittadini del Mezzogiorno, costretti a pagare il conto di ritardi e politiche sbagliate, incapacidi colmare l’enorme divario esistente ma anzi spesso in grado di ampliarlo.
Un applauso, bipartisan, alla nostra classe politica recente: ma a cosa è servito fare l’Italia, miei cari onorevoli senza idee e senza soluzioni, se poi alla fine ce ne troviamo due?