Ha fatto molto rumore la nostra proposta di estendere al resto d’Italia il divieto di fumare in spiaggia che già oggi è attivo in alcune località italiane. Il nostro Paese, dove cambia tutto per non cambiare niente, non è abituato a una rivoluzione improvvisa e definitiva – seppur positiva. Eppure ci sono tante ragioni per cui il divieto di fumo in spiaggia, la creazione di litorali “smoking free”, avrebbe senso.
- Il fumo non solo nuoce ai fumatori, ma rappresenta un grave rischio per chi li circonda: anche se mi pare incredibile doverlo ribadire, i non fumatori subiscono le conseguenze nocive dell’inquinamento dell’aria a opera della “bionda”;
- I mozziconi di sigaretta non sono biodegradabili (chi l’avrebbe mai detto?), composti come sono di acetato di cellulosa ( un tipo di plastica che può impiegare dai dieci anni in su a decomporsi): considerando che di sigarette se ne producono 5,6 mila miliardi l’anno..
- Senza contare che le microplastiche rilasciate da questi rifiuti, se non accuratamente smaltite, spesso si riversano in canali di scolo, ruscelli, fiumi e quindi negli oceani;
- Inutile parlare ancora una volta degli effetti tossici su microorganismi, insetti, animali acquatici e uccelli. Basti dire che questi mozziconi sono stati trovati nel 30% delle tartarughe marine e nel 70% degli uccelli marini.
Ecco perchè i tempi sono maturi. Lampedusa e Linosa solo solamente due degli ultimi esempi della diffusione delle “no smoking beach” sul territorio italiano, ma ormai sempre più Comuni sono sensibili a questo tema: ora bisogna concludere un percorso lungo anni, varando un provvedimento di portata nazionale che normi e vieti espressamente il fumo sui lidi nostrani.
Una scelta di civiltà e di tutela, per tutti. Anche per i fumatori, che un giorno ci ringrazieranno per avergli imposto questo (piccolo) sacrificio.
CR