Un piccolo approfondimento culturale riguardo un gesto errato e offensivo di un giudice nei confronti di un avvocato: qualche giorno fa, infatti, sono stato richiamato in tribunale (ancora, all’età mia!) per non aver.. Portato la cravatta.
Ora: detto che nessuna norma o disposizione interna (che sarebbe, comunque, palesemente illegittima) prevede l’obbligo per l’avvocato di un dress code comprendente l’obbligo della cravatta, detto che un odg approvato di recente nell’aula di Montecitorio non vieta le scarpe da ginnastica né impone l’uso della cravatta, la cosa tocca un punto di principio cui tengo particolarmente.
Platone, nel “Fedone”, fa dire a Socrate: “Molti portano la verga bacchica, ma pochi sono gli ispirati dal dio“. Ovvero, tradotto: molti mostrano gli elementi distintivi ed esteriori della religione, mentre solo pochi sono i veri iniziati.
L’episodio si potrebbe adattare ai nostri tempi, ai nostri usi e ai nostri vestiari – cravatte incluse – soprattutto per quanto riguarda le figure “pubbliche” come gli avvocati. Anche in campo latino vigeva lo stesso principio, tanto che Giovenale sosteneva: “Frontis nulla fides“, non bisogna fidarsi dell’aspetto esteriore. Senza dimenticare un proverbio greco, che in latino suona così: “Barba non facit philosophum“. La barba non fa il filosofo, come la cravatta non fa l’avvocato. E si potrebbe andare avanti a lungo sul contrasto tra apparenza e intima dignità..
Evidentemente, però, nel corso dei secoli qualcosa è cambiato. Per trovare il principio contrario dobbiamo arrivare a Erasmo da Rotterdam, il che significa che i conformismi e le esigenze dell’apparire hanno avuto nel tempo la meglio, purtroppo, sulla vera sostanza. Un adagio di Erasmo suona infatti così: “Vestis virum reddit“, il vestito fa l’uomo. Dissento radicalmente, per una volta, dal grande Erasmo. Per me, invece, l’abito non fa il monaco: e a questa verità eterna continuerò ad attenermi, quando tornerò in quel tribunale. Senza cravatta, ovvio!