COS’È L’OVERBOOKING (E COME TUTELARSI)


Di “overbooking” sentiamo parlare spesso, in relazione a episodi che riguardano i viaggi aerei. Ma di cosa si tratta esattamente?

L’OVERBOOKING. Il termine si potrebbe tradurre con “sovraprenotazione”. Significa che la compagnia aerea mette in vendita biglietti oltre il numero di posti realmente a disposizione sul volo in partenza: questa scommessa (sulla pelle dei passeggeri!) si basa sulla probabilità che al momento dell’imbarco alcuni passeggeri non si presentino al gate (ovvero, non confermino la prenotazione). In sostanza, lo scopo è quello di riempire tutti i voli; in questo modo il vettore si assicura dal rischio di perdere una parte del profitto, massimizzando i guadagni, specialmente nei periodi in cui la richiesta è maggiore.

NOVITÀ? MACCHÈ. Chi pensa che l’overbooking sia una novità recente deve ricredersi: si tratta di una strategia da tempo utilizzata dalle compagnie aeree. Addirittura, per anni (o decenni) le compagnie aeree hanno utilizzato senza alcun limite questa tecnica di vendita: confidavano infatti nella totale inconsapevolezza della clientela, che – ignara dell’accaduto – spesso veniva liquidata con pretesti generici e scuse di ogni sorta.

SI TRATTA DI UNA PRATICA VIETATA? Assolutamente no. Tanto che la legge (europea) regola proprio questa possibilità. Noi europei non siamo quindi al riparo da inconvenienti o disagi di questo genere. Anche se in molti pensano il contrario.

COSA SUCCEDE IN CASO DI OVERBOOKING. La legislazione europea prevede un meccanismo specifico per casi del genere.

Il vettore deve infatti cercare di convincere qualcuno (un “volontario”) a scendere, a condizioni che le parti devono concordare. Se nessuno dovesse accettare la compagnia può vietare l’utilizzo del biglietto, facendo scattare i meccanismi di risarcimenti e rimborsi previsti dalla legislazione comunitaria:

  • Un risarcimento da 250 euro a fino 600 euro a seconda della lunghezza della tratta ed a prescindere dal prezzo pagato per il biglietto;

  • Un posto sul primo volo disponibile per la destinazione finale;

  • Pasti e bevande in congrua relazione alla durata dell’attesa;

  • Telefonate, messaggi fax o e-mail;

  • Sistemazione in albergo nel caso in cui si renda necessario un soggiorno di una o più notti;

  • Lo spostamento tra l’aeroporto e il luogo di sistemazione.

Meglio essere informati, per sapere come tutelare i propri diritti in questi casi.

CR

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