Non si può più voltare la testa, facendo finta di nulla. Per questo abbiamo proposto di istituire, nella data del 10 luglio, la Giornata Nazionale contro l’Inquinamento Industriale, per sensibilizzare i cittadini e l’opinione pubblica e per ricordare tutte le vittime degli scandali delle varie “fabbriche della morte”.
Non se lo ricorda (quasi) più nessuno, ma il 10 luglio 1976 è stato infatti il giorno del disastro di Seveso, quando un’esplosione presso l’ICMESA – un’industria chimica – liberò una nube tossica contenente diossina, contaminando l’area circostante e causando uno dei peggiori disastri ambientali della storia italiana.
La fabbrica produceva triclorofenolo, che sopra i 156 gradi si trasforma in 2,3,7,8-tetracloro-dibenzodiossina (Tcdd), una varietà di diossina particolarmente tossica. E quel giorno, per un incidente in un reattore, la temperatura era salita fino a 500 gradi.
Seveso a parte, la lista dei disastri ambientali/industriali tutti italiani è lunga: basti pensare ai casi del fiume Lambro, della discarica di Malagrotta, della Valle del Sacco, o alla vicenda Caffaro a Brescia, Porto Marghera, petrolchimico di Siracusa, Pfas in Veneto. Italiani – insomma – popolo di santi, poeti e vittime di inquinamento.
Per tutelare tutti i soggetti, cittadini e aziende, che hanno subito e continuano a subire danni per tutte le problematiche legate all’inquinamento ambientale – specialmente di danni biologici alla salute delle persone per patologie connesse all’inquinamento e/o economici in conseguenza di tutte quelle attività necessarie a contenere la problematica dell’inquinamento (quali ad esempio le inevitabili attività di bonifica) – mettiamo a disposizione uno sportello dedicato (accessibile da qui) in grado di fornire informazioni e assistenza da parte di un team composto da legali, medici ed esperti della materia. Il tutto ai fini delle azioni da intraprendere per tutelare i loro diritti e chiedere un equo risarcimento dei danni.
Sull’inquinamento è ora di muoversi, amici miei: e noi il primo colpo, come sempre, lo abbiamo battuto. Adesso vedremo chi vorrà seguirci e chi, come sempre, rimarrà un passo indietro – ad applaudire senza muovere un dito!