Per una volta, amici, siamo ai vertici di una classifica europea! Il problema è che si tratta di una di quelle in cui conviene ritrovarsi in fondo, piuttosto che in cima: infatti, i ritocchi ai listini di benzina e gasolio registrati nel nostro Paese nelle ultime settimane hanno (ri)portato l’Italia ai vertici della classifica europea del.. Caro-carburante!
Insomma: quando dovremmo svettare, ci ritroviamo a languire; quando sarebbe meglio sfumare dietro i nostri partner, ci ritroviamo in prima fila: tutto al contrario, come al solito. I dati sono impietosi: l’Italia si piazza al secondo posto della classifica dei Paesi europei dove il gasolio costa di più. Con una media ai distributori di 1,285 euro al litro il nostro Paese viene preceduto solo dalla Svezia (1,359 euro/litro). Non va meglio sul fronte della benzina: con un prezzo medio alla pompa di 1,399 euro, l’Italia è al 4° posto in Europa, dietro Paesi Bassi, Danimarca e Grecia.
Rispetto alla media Ue la benzina costa oggi nel nostro Paese l’11% in più, mentre per il gasolio gli italiani spendono addirittura il 14% in più.
Una differenza quella tra i listini italiani ed europei determinata dall’elevata tassazione che vige sui prezzi di benzina e gasolio nel nostro Paese, e che raggiunge il 70% su ogni litro di carburante venduto in Italia. Basti pensare che al netto di Iva e accise benzina e gasolio costano da noi addirittura meno della media europea (0,418 euro al litro la verde e 0,436 il diesel contro una media Ue rispettivamente di 0,432 euro e 0,452 euro).
Salvini, qualche tempo fa, prometteva di eliminare le accise: poi, abbiamo visto che non è cambiato nulla. Gli altri, preoccupati come sono dagli equilibri di bilancio, non ne parlano neppure. Ce lo dicessero chiaramente, ci metteremmo l’anima in pace: che le accise sono una condanna eterna, per noialtri. Come la grandine per i contadini: un destino infausto ma inevitabile, obbligato, eterno. Allora sì, finanzieremmo alluvioni, terremoti e guerre coloniali dell’altro secolo con altro spirito, perlomeno rassegnati, perlomeno consapevoli.