#CasoGuidi

Cari amici,

Federica Guidi ha rassegnato le sue dimissioni dal governo Renzi.

Il Premier, in missione negli States, dopo essersi (o aver fatto finta) infuriato un po’,

ha risposto all’ormai ex ministra dello Sviluppo Economico, scrivendo: “Cara Federica ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido”.

Ma, che cosa è successo? Cercherò di spiegarvelo in parole semplici.

Guidi

Il compagno della Guidi era interessato a fare in modo che si sbloccasse l’operazione Tempa Rossa perché secondo l’accusa le sue aziende avrebbero guadagnato circa due milioni e mezzo di euro dalla gestione dei sub appalti.

L’ex ministra, al telefono con l’imprenditore, dice infatti: “Dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se… è d’accordo anche Mariaelena la… Quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte. Alle quattro di notte… Rimetterlo dentro alla legge… con l’emendamento alla legge di stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa… ehm… Dall’altra parte si muove tutto!”

La Guidi si sarebbe adoperata per favorire in tutti i modi il compagno e “i suoi amici” tant’è che lo stesso Gemelli – al culmine della gioia – contatta Giuseppe Capobianchi, dirigente della Total, per dargli la buona notizia e perchè “la Boschi ha accettato di inserirlo, è tutto sbloccato”.

Ora, a prescindere dalle indagini e dalle accuse, la domanda che mi pongo è: con che faccia il governo si presenterà al referendum del 17 aprile?

Eppure, di fronte alla condotta di un ministro che si è adoperato in tutti i modi per favorire il settore petrolifero e le società interessate, c’è ancora chi invita i cittadini ad astenersi dal votare, pur di non raggiungere il quorum e annullare il referendum.

Perciò, cari amici, non fatevi ingannare, pensate con la vostra testa e non rinunciate ad un vostro sacrosanto diritto!

A presto,

CR

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