Caro Salvini, le sanzioni senza controlli non servono a niente

Matteo Salvini

Nei giorni scorsi, Matteo Salvini ha più volte gongolato per l’approvazione di una misura che porta il suo nome: il nuovo Codice della Strada.

Il provvedimento è all’insegna di un concetto che piace parecchio al leader del Carroccio: quello della cosiddetta tolleranza zero. Ulteriori strette riguardano quindi l’uso dei cellulari alla guida, il tasso alcolemico e gli stupefacenti, l’uso di biciclette e monopattini e l’utilizzo degli autovelox. Ma quello che è vero sulla carta poi, nella realtà, spesso prende tutt’altra forma. Quindi, lasciamo stare le polemiche (qualcuno è arrivato a parlare di Codice della Strage..) e come sempre cerchiamo di andare oltre slogan e propagande politiche varie.

La verità, infatti, è che introdurre norme, multe, sanzioni e punizioni assortite serve più a eccitare le folle che a risolvere i vari problemi, e anzi rischia di trasformarsi in una stangata per pochi se non sarà accompagnato da un reale incremento dei controlli lungo le strade.

Il giro di vite contro l’uso dei cellulari alla guida, la guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, e i provvedimenti in tema di monopattini rappresentano nell’insieme misure positive ma che rischiano di non produrre gli effetti sperati sul fronte della sicurezza stradale. Questo perché qualsiasi nuova regola o inasprimento delle sanzioni verso i trasgressori resta lettera morta se sulle strade i controlli scarseggiano.

Alcuni dati (gli ultimi dati Istat disponibili): nel primo semestre del 2024, rispetto allo stesso periodo del 2023, si è registrato in Italia un aumento dello 0,9% di incidenti stradali con lesioni a persone, un aumento dei feriti (+0,5%), e delle vittime sulle strade (che salgono addirittura del 4%, con punte del +7,9% proprio sulle strade urbane, quelle che necessiterebbero di maggiore vigilanza).

Chiaro, a questo punto, cosa intendo: il presidio delle forze deputate alla vigilanza stradale è indispensabile per trasformare questa legge, come qualsiasi legge, in qualcosa di efficace. Altrimenti, queste norme valgono come i fogli su cui sono scritte, e restano largamente inapplicate: un fatto che non solo danneggia gli utenti, esposti a maggiori pericoli, ma anche la credibilità stessa dello Stato e di chi ne fa le veci.

E poi, per chiudere, una domana – che rimarrà come sempre senza risposta – emerge da tutto questo: ma perché il governo, se da un lato introduce una stretta in tema di sicurezza stradale e da mesi strepita contro multe e autovelox, dall’altro dimentica di varare l’Osservatorio sulle multe stradali che sarebbe dovuto entrare in funzione entro novembre 2023, con il compito di realizzare una relazione annuale con i dati relativi agli incidenti stradali e alla regolarità e trasparenza nell’utilizzo dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie e nell’uso dei dispositivi elettronici di controllo della velocità? Di quell’osservatorio non si sa più nulla: un grave ed ingiustificato ritardo a danno dei cittadini, sul quale il ministro dei Trasporti Matteo Salvini – sempre prodigo di dichiarazioni quando gli conviene – farebbe bene a dare, per una volta, spiegazioni agli italiani.

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