Cari amici,
sapete quali sono i Paesi attualmente in possesso di armi nucleari?
In base ai termini del Trattato di non proliferazione nucleare, quelle nazioni che hanno testato e/o assemblato ordigni nucleari prima del 1° gennaio 1967. Ovvero: Stati Uniti, Russia, Regno Unito, Francia, Pakistan, Cina, India, Corea del Nord e Israele. Non l’Italia.
Il nostro Bel Paese non possiede armi nucleari, eppure sembra che il Ministero della Difesa abbia deciso di investire milioni per ammodernare i depositi che custodiscono bombe nucleari nella base aerea di Ghedi, in provincia di Brescia.
La decisione è stata ufficialmente presa e i dettagli di questo accordo – classificato come “riservatissimo” – sono contenuti nel documento della Corte dei conti sulla gestione dei contratti pubblici segretati del 2014. Il contratto riguarda la “progettazione definitiva completa di sondaggi geognostici e rilievo plano-altimetrico in relazione agli interventi di “realizzazione di sistema Wass” e “Upgrade WS3 security system”. Il documento fa riferimento soltanto agli oneri di progettazione che – si legge – ammontano a “207.256,36 euro, oltre al contributo Inarcassa del 4 per cento pari a 8.290,25 euro, per un totale di 215.546,61 euro”.
Ma, se per fare quattro disegni spenderemo più di 200.000 euro, quanto ci costeranno i lavori di ammodernamento?
Presumibilmente milioni. E non pochi.
Come faccio ad esserne sicuro? Ve lo spiego subito.
Ad Incirlik, in Turchia, una base a circa cento chilometri dalle linee di combattimento siriane, vi sono alcuni depositi WS3 del tutto analoghi a quelli di Ghedi. Nel 2013 Ankara ha avviato un ammodernamento del sistema costato la bellezza di 79,8 milioni di lire turche, vale a dire 28,6 milioni di euro.
Considerando che Incirlik dovrebbe ospitare 25 sistemi WS3 e Ghedi undici, l’Italia potrebbe sganciare circa 15 milioni di euro. Euro più. Euro meno.
Bruscolini? Forse per il Ministero della Difesa a cui, a quanto pare, quel famoso 73% dei fondi che il Mise ha a disposizione non basta più.
La notizia è davvero clamorosa, considerando che sono più di 60 anni che i nostri governi ci tranquillizzano sull’inesistenza di armi nucleari in Italia.
Quelle armi esistono eccome, ma non sono nostre, bensì americane. Nostri sono gli aerei che le porteranno sugli obiettivi nemici.
E allora perchè spendere cifre folli per custodire armi che non ci appartengono? Forse perchè l’abitudine allo spreco è davvero dura a morire?
A presto,
Carlo