Atac: storia di ordinaria follia!

Cari amici,

l’Atac, l’azienda che si occupa del trasporto pubblico della Capitale, è davvero giunta al capolinea. Una corsa a precipizio verso il baratro, da cui salvarsi sembra ormai un’impresa disperata. L’azienda sta per essere inghiottita dal deficit di 141 milioni registrato nel 2014, a cui si aggiungono i 58 milioni di passivo registrati nel primo quadrimestre del 2015. Una lunga e lenta agonia che, con le maxi assunzioni degli anni scorsi, ha toccato il punto più basso, come certificato dalla Ragioneria dello Stato. Ad aggravare ancora di più la situazione contribuisce il calo dei ricavi dalla vendita dei biglietti, dai parcometri e dalle sanzioni per evasione della sosta tariffaria. Insomma, un vero e proprio disastro che, come sempre, ricade sulle spalle dei cittadini e dei contribuenti. Da giorni, ormai, è infatti in atto uno sciopero bianco da parte dei macchinisti (che rifiutano l’introduzione del badge elettronico) che sta causando non soltanto ritardi delle metro A e B, ma anche e soprattutto disagi, caos, attese interminabili in banchine stracolme e utenti esasperati. A Termini è stato addirittura introdotto una sorta di “numero chiuso” per accedere ai treni in stazione. Per chi, in questi giorni, si sposta con i mezzi pubblici, viaggiare in città è diventata una vera e propria odissea! Mi chiedo chi pensi (sempre che qualcuno ci pensi) a tutelare i cittadini e come i vertici dell’azienda di Via Prenestina e del Comune possano ancora parlare di risanamento senza perdere inevitabilmente la faccia…

                                                                                                                     

                                                                                                                    Un saluto,

                                                                                                                    Carlo

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