Cari amici,
il dado è tratto. È una follia, ma ho deciso di candidarmi per le prossime elezioni amministrative romane: correrò, quindi, contro i vari Giachetti, Bertolaso, Raggi ecc. ecc.
In questi giorni ho seguito con attenzione l’evoluzione della campagna elettorale, ho monitorato le proposte (?) dei candidati, ho ascoltato i vostri suggerimenti (sia quelli di chi mi incitava a provarci, sia di chi mi ha affettuosamente sconsigliato l’avventura, sia le parole più dure, quelle dei contrari – in toto – di fronte alla prospettiva di vedermi al Campidoglio). Alla fine, però, la decisione – come al solito – l’ho presa da me, consapevole dei rischi, dei pericoli, delle difficoltà.
Ho deciso di accogliere la richiesta giunta dal Codacons e da numerosi cittadini di fronte all’inconsistenza delle candidature del centrodestra e centrosinistra finora avanzate. Perché il Codacons rappresenta una parte importante della mia vita e perché alla tutela dei cittadini ho dedicato e dedico gran parte delle mie energie. Ma anche perché non voglio stare a guardare, e preferisco avere rimorsi piuttosto che rimpianti.
Mi candido, quindi, con le stesse idee di sempre: da “rompiscatole”, insomma, come sono sempre stato. E da “rompiscatole” dico che se si vuole cambiare la città, occorre cambiare prima di tutto i cittadini: non ci si può sempre candidare sparando a zero sui concetti. La “corruzione”, il “malaffare”, la “burocrazia”: parole che suonano bene, ma che non significano niente; il candidato le pronuncia e in un niente – come per magia – tutti annuiscono, perché nessuno vede lesi i suoi interessi, nessuno teme di perdere privilegi, nessuno pensa che le cose cambieranno davvero. “Cambieremo la città”, dicono, come se la città si potesse cambiare: ma nessuno ha il coraggio di dire che bisogna lavorare sui cittadini, sui loro comportamenti, sul senso di collettività, partendo da tutti quegli atteggiamenti errati che tolgono dignità a Roma e peggiorano – per tutti – servizi e qualità della vita.
Se i romani (spesso, non sempre!) non hanno a cuore Roma, come potrebbero rispettarla faccendieri, galoppini, affaristi e maneggioni? Ma chi ha il coraggio di parlare di lotta serrata al parcheggio in doppia fila e alla sosta selvaggia, con telecamere intelligenti che multeranno i trasgressori? Chi parlerà di ingresso al centro storico a pedaggio, con gli automobilisti che dovranno pagare un ticket se vorranno entrare in centro con la propria vettura? Chi vuole il trasporto pubblico gratuito tra le ore 8 e le ore 9, e dalle 17 alle 18, per spingere i romani ad utilizzare bus e metro, potenziati grazie alle multe e ai pedaggi di ingresso in città? Chi ha il coraggio di dichiarare il fallimento del Comune di Roma come primo atto una volta eletto? Ecco chi: il sottoscritto, tanto ormai la patente di “rompiscatole” me la sono guadagnata..
Ecco perché, ho detto, la mia è una candidatura “contro”, anche contro i cittadini. Candidandomi, lancio proprio ai cittadini, ai miei concittadini, un guanto di sfida: voglio proprio vedere in quanti decideranno di impegnarsi in prima persona per risolvere le tante criticità della Capitale. Chi sceglierà di esserci, sa dove trovarmi. Scrivetemi qui, o inviatemi idee, suggerimenti, critiche e proposte all’indirizzo mail codacons@rienzixroma.it. “R(i)enzi, la i che cambia l’Italia”, vi aspetta.
A presto,
CR