Addio David Sassoli, ma i problemi degli italiani non possono aspettare


Conviene dirlo subito, a scanso di equivoci: a noi dispiace molto della morte di David Sassoli. Perchè era una brava persona, un bravo giornalista, un bravo politico, un ottimo amministratore europeo. Su questo non c’è proprio alcun dubbio: si tratta di una perdita dolorosa.

Siamo affranti come tutti, ma non possiamo non farci caso: insomma, è un giorno intero che tutte le televisioni e i giornali parlano di un fatto, tutto sommato umano, del genere. David Sassoli era un ottimo professionista e probabilmente un’ottima persona, ma insomma: non era Hemingway nè Picasso nè un Premio Nobel. Succede di continuo che bravi imprenditori, bravi giornalisti, bravi amministratori muoiano; eppure, di recente sembra essersi verificata un’intensificazione nella risonanza di queste notizie, che hanno assunto una centralità capitale e tendono ogni volta a inglobare tutto il resto. Niente più economia, cronaca, proteste o contestazioni quando viene meno un presidente, un commissario o un sindaco: per un giorno intero l’attenzione, a reti unificate, è concentrata sullo scomparso. Con un’infinità di approfondimenti, speciali, focus che non ha precedenti nella storia nazionale. Tanto che mi viene un dubbio: non è che quando morirò io, mi dedicheranno 30 secondi da qualche parte?

Diciamolo con chiarezza. Non riusciamo a capire a volte come vengano selezionate le priorità di giornali e telegiornali: l’impressione è che si colga al volo l’occasione – finalmente – per spostare il discorso. Dalla pandemia, dalle bollette che costano sempre di più, dai consumi in calo per il cibo (!), a un fatto ineluttabile e tutto sommato inevitabile: la morte. E per un po’ di tempo, fine della discussione.

Ecco perchè, oggi, sento di dover andare (una volta di più) fuori dal coro. Onore a David Sassoli, ci manca solo. Ma gli italiani sono pieni di problemi, e non possono aspettare – per risolverli – neanche un minuto in più.

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