VOTO GRILLO PERCHE’ NON VOTO GRILLO

Dopo lungo pensare ho deciso di votare per Grillo perché:

  1. Perché non voto Grillo che non è candidato e fa meglio a continuare a fare il comico e smettere di urlare sguaiatamente, ma voto per un gruppo di sprovveduti che , passeranno in buona parte al gruppo misto subito dopo le elezioni per non dover rispettare le regole e rinunciare alla succosa prebenda parlamentare, ma almeno faranno (è una speranza solo una speranza) da argine alle peggiori schifezze dei partiti
  2. Perché, nonostante lo abbia definito “questurino” manettaio e grande estimatore del carcere preventivo, insieme a di pietro e travaglio  (vedi mio vecchissimo intervento sul blog) costituisce la unica eccezionale occasione di dare un valore al voto per noi cittadini qualunque, come botta di mazza sulla testa dei partiti corrotti, opportunisti, iattura del nostro Paese e solo attaccati al potere, pronti a qualsiasi compromesso….una occasione così non ci capiterà mai più…
  3. Perché quando il CODACONS ha proposto al PD di designare come assessori alcuni rappresentanti VERI della società civile il buon Pierluigi Bersani nemmeno ha risposto …
  4. Perché non voglio votare per la massoneria che sta dietro ai professori che regalano milioni agli ospedali della Chiesa pochi giorni prima di scendere (non salire) in politica, che premiano le “tarantole” che non hanno visto nemmeno la trave del Monte dei Paschi di Siena quando stavano alla vigilanza della Banca d’Italia, ma anzi le  hanno premiate mandandole a dirigere la RAI di cui non capiscono assolutamente nulla, e  regalando a MPS  3,9 miliardi sfilati dalle nostre tasche di euro con i Montibond….per far contento il PD quando ancora gli prometteva il Colle
  5. Perché non voglio continuare a votare per Casini e Fini che nel ventennio già vestivano i panni della “poilitica”, o oggi campano ancora solo perché hanno compagne – nonostante scomunicati perché divorziati- dai nomi altisonanti nel mondo dei media, e cardinali di sostegno che sanno perdonare chi divorzia …se conviene
  6. Perché non voglio votare per chi sotto banco già si è alleato con quella massoneria
  7. Perché mi fa ribrezzo un signore che imita Crozza che va a prendersi i voti (candidandosi dove non è eleggibile) di quei mafiosi che ha indagato fino a pochi giorni fa come Magistrato e che ha raccolto la monnezza di un fallito ex di Pecoraro Scanio e di un ex questurino sputtanato finalmente dai suoi stessi ex compagni da Scilipoti in giù
  8. Perché non mi va di votare per uno che ha solo il pregio di vestire in modo eccentrico con o senza laurea che sia…
  9. Perché non credo che le elezioni siano un momento in cui si decidono le sorti del Paese, che vengono invece  decise a piazza affari o nelle riunioni dei fondi sovrani cinesi e americani
  10. Perché credo che solo “cose” come il CODACONS  fanno politica davvero e in modo sano (almeno all’80%)

 

INTANTO FACCIO COSI’…POI VEDRO’ LA PROSSIMA VOLTA COME E’ ANDATA….

 

Carlo Rienzi

3 Commenti

  • Se mi guardo intorno… mi viene da vomitare. Ma io voto!!!

    Se mi guardo intorno… vedo scuole fatiscenti, ospedali che non funzionano, treni sporchi e sempre in ritardo!
    Se mi guardo intorno… vedo strade dissestate e piene di buche come groviera, giardini pubblici abbandonati all’incuria che sembrano campi di cicoria, auto e motorini parcheggiati sopra i marciapiedi senza nessuna contravvenzione!
    Se mi guardo intorno… vedo i prezzi di frutta e verdura arrivati alle stelle, stipendi e pensioni dissanguati dalle tasse, anziani e bambini abbandonati all’arte di arrangiarsi delle famiglie!
    Se mi guardo intorno… vedo uno Stato che non c’è!
    E allora mi chiedo… ma dove vanno a finire tutti i miei soldi pagati sul bollo auto, sulla spazzatura, sulla casa, sulle bollette, sullo stipendio, sulla benzina, sulle sigarette, sulle assicurazioni, e così via tassando? Paghiamo tasse su tutto – pure sull’aria, inquinata, che respiriamo, pure per chi non le paga e resta impunito – per non avere in cambio nulla, se non il primato della corruzione e del debito pubblico più alto del mondo!
    Se mi guardo introno… vedo gente che fa la spesa sugli avanzi dei mercati generali, gente che ha ripreso a farsi risuolare le scarpe, gente che si taglia i capelli e si fa il pane in casa, gente che mangia solo pasta e molto poco di tutto il resto e che vive poco di tutto quanto, tanto ci pensano “loro” a mangiarsi “tutto”!!!
    Se mi guardo intorno… vedo altra gente, o meglio altri personaggi, politici di lungo, troppo lungo corso, magistrati, avvocati, giornalisti, professori, personaggi dello sport e dello spettacolo, insomma i vip di quella società a “loro” dire “civile” che – pur da posizioni economiche invidiabili che non hanno nulla a che spartire con la gente comune che ‘sopravvive di stipendio e pensione’ – si scannano per accaparrarsi un seggio alla regione, al comune e in parlamento!
    Se mi guardo intorno… vedo tutto ciò e… mi viene da vomitare! La tentazione sarebbe quella di non votare proprio “n e s s u n o”, di mandarli “t u t t i” al diavolo, fare fagotto e scappare via da questo paese!!! Ma poi ci penso su e mi convinco che è proprio questo che “loro” vogliono: allontanarci sempre di più dal governo e dall’amministrazione della “cosa pubblica”, perchè diventi sempre di più “cosa loro”!!!

  • E se stavolta non votassi?

    Sono uno di quelli che rientra nel gruppone degli “indecisi”, in termini elettorali s’intende!
    Ma la mia indecisione non è per chi votare, ma se disertare le urne e quindi astenermi, oppure annullare la scheda!
    Questa è la mia indecisione.
    Monti, Tremonti, Berlusconi, Bersani, Fini, Casini, Grillo, Ingroia, Fratelli d’Italia e liste civiche. Coalizioni, alleanze, inciuci, maggioranze incestuose per racimolare quei numeri necessari a governare comuni, province, regioni e la nazione intera.
    Ma in Italia c’è un partito di maggioranza assoluta: il partito del non voto!
    Di fatto quello dell’Astensione è il primo partito italiano.
    La gente per bene diserta le urne per stigmatizzare tutto il suo disprezzo per una casta i cui costi non sono più sostenibili! Occorre tenerlo presente anche la sera del 25 febbraio quando chi legittimamente, chi senza averne i numeri, festeggerà comunque la vittoria, seppure di Pirro, del proprio schieramento e dei propri eletti.
    Quando più della metà degli aventi diritto, diserta le urne, senza considerare le schede nulle e quelle bianche, è sintomo di un malessere generale, di un disagio diffuso e di una protesta che le forze politiche farebbero bene ad affrontare con serietà.
    E’ pesante rinunciare ad un proprio sacrosanto diritto, quale il voto, specie in una società che sta smarrendo il senso del diritto, nel nome del profitto e del libero mercato.
    Ma a volte, come atto estremo, è oltremodo “doveroso” rinunciare ad un diritto sacrosanto come “il voto”, soprattutto quando votare ha lo stesso sapore di quell’ora d’aria che si concede ai carcerati prima di tornare nuovamente dietro le sbarre.
    Voti tizio. Voti caio. Voti sempronio. Ma, poi, tutto resta come prima, peggio di prima! Non cambia mai niente! Non accade mai nulla di nuovo in questo Paese!
    E’ molto più probabile che vi accada qualche disgrazia mentre andate al seggio, piuttosto che il vostro singolo voto conti qualcosa e determini dei reali cambiamenti.
    Oggi come oggi il vero “voto inutile” è il voto stesso!
    Allora astenersi val più che votare “il meno peggio” turandosi il naso!
    Il non voto è il figlio illegittimo dell’ideologia violentata, dell’ideologia che non c’è più, dell’ideologia tradita dai partiti politici e asservita ai mercati, dell’ideologia che ha abdicato al potere economico della finanza globale.
    E pensare questo non è assolutamente “qualunquismo”, perché non è vero che “loro” sono tutti uguali.
    Ci sono politici per bene, la cui colpa, grave, gravissima, imperdonabile, è stata quella di aver soccombuto ai corrotti e ai disonesti per non restare fuori dal “giro”!
    Il non voto è, pertanto, scontro, rivoluzione, lotta di classe, che contrappone “chi lavora e produce” a “loro”, i lampioni senza olio, i mangia pane a tradimento di una politica che nulla fa per il bene comune, ma che sta lì solo per sistemare i propri affari.
    Il non voto contrappone chi è costretto a pagare le tasse e chi le tasse le evade o le elude.
    Il non voto è la linea di confine tra chi porta avanti coscienziosamente la propria esistenza e chi no.
    Il non voto è una forma di delegittimazione della casta, è il segnale forte e democratico dell’acuirsi dello scontro fra la classe politica e la maggioranza della popolazione, fra coloro che occupano le stanze dei bottoni e la gente per bene che ormai sa che da “loro” non può aspettarsi niente di buono e che per risolvere i propri problemi deve arrangiarsi da sola!
    E’ soprattutto per una questione di dignità e di rispetto, per se stessi e per gli altri, che si disertano le urne.
    La gente per bene non cessa di essere “spremuta e violentata” e non pensa di “vivere bene” in uno Stato solo perchè questo si autodefinisce libero e democratico, solo perché questo gli si permette di votare ogni “tot” anni.
    Astenersi significa dare un segnale forte in tal senso.
    Astenersi è la moderna, pacifica, democratica, civile rivoluzione!

  • E adesso chi ci governerà?

    Il MoVimento5Stelle vince le elezioni politiche, ma non espugna il Parlamento. I grillini non prendono Montecitorio e Palazzo Madama come a suo tempo i francesi la Bastiglia. I Cinque Stelle vanno a coabitare in un condominio che ha visto lo sfratto esecutivo di Fini e Di Pietro, il trasloco di D’Alema e Veltroni, il subaffitto di Casini in un monolocale preso in prestito da Monti. Un condominio dove, però, buona parte dei millesimi è rimasto ancora ai vecchi proprietari: Berlusconi, che si sta frugando scaramanticamente nelle tasche contro chi lo voleva ‘sotterrare’ anzitempo e non certo per restituire l’Imu agli italiani di “tasca propria”, e Bersani, che è rimasto con lo smacchiatore in mano ma senza il suo giaguaro! Insomma, gli italiani non hanno saputo e voluto sfrattare in toto la vecchia politica, ma si sono pronunciati per questa sorta di “ingovernabile” condominio. Gli italiani non hanno avuto il coraggio di imprimere con il loro voto la sterzata decisiva al “Sistema Italia” invertendo bruscamente il senso di marcia del Paese, ma si sono accontentati di mettere la freccia lasciando capire la direzione da prendere con la “disperata speranza” che qualcosa cambi, che almeno i parlamentari a Cinque Stelle siano diversi, che non rubino, ma soprattutto che ascoltino le istanze della gente: giustizia, lavoro, salute, pensioni, ambiente e soprattutto tanta buona politica. Grillo è l’ultima spiaggia per coloro che lo hanno votato col preciso intento di dire “basta” agli scandali, alle ruberie, alle porcherie, alla casta, insomma alla malapolitica. Il M5S rappresenta lo strumento per smantellare “il vecchio Sistema”, nella speranza che dalle macerie possa rinascere una nuova classe dirigente. Il M5S è stato votato per questo e anche per mandare in Parlamento un gruppo di cittadini “onesti” e parimenti “incazzati” come quelli che rimasti a casa gli hanno conferito il preciso “mandato” di vigilare, di controllare, di fare le pulci al potere e di mandare a carte quarantotto tutti i vecchi “maneggi” della politica. Oggi Beppe Grillo e il suo MoVimento hanno toccato, forse, il punto più alto della loro parabola ascendente. Ma per l’appunto, sempre di “una parabola” trattasi, dacchè noi siamo e restiamo pur sempre “italiani”!!! Quegli stessi che si esaltano per una vittoria in campionato e alla prima sconfitta trasformano i loro campioni in undici brocchi! Quegli stessi che inneggiano sotto un balcone a Piazza Venezia e dileggiano e sputano addosso in Piazzale Loreto! Pertanto, quella dei grillini sarà una parabola destinata ‘inevitabilmente’ a decrescere alle prime difficoltà, alle prime aspettative disattese, alle prime speranze disilluse. E allora Grillo e i suoi facciano in fretta e bene, prima che “il Sistema” si riorganizzi, prima che il vento cambi! Perché se “faranno bene” la prossima volta potrebbero essere ancora tanti di più in Parlamento, ma se “fanno male” anche molti di meno.

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