VIDEOGIOCO SULLA GUERRA IN AFGHANISTAN: GIUSTO O SBAGLIATO?

So bene che a prendere certe posizioni si rischia di apparire censori, ma non ho potuto fare a meno di sollevare il caso del videogioco “MEDAL OF HONOR”, uscito proprio oggi in Italia.

Si tratta di un videogame che riproduce fedelmente la guerra in atto in Afghanistan, con ricostruzioni minuziose delle zone del conflitto.

La cosa che mi appare più grave, è che i giocatori hanno la possibilità di impersonare talebani, organizzare agguati e uccidere i soldati occidentali.

Ora, a parte il cattivo gusto di un simile videogioco (visto anche l’elevato numero di vittime che la guerra in Afghanistan ha fatto registrare), pensate sia giusto che un bambino possa giocare a fare il talebano?

Sappiamo bene che a nulla valgono i divieti di vendita ai minori, facilmente raggirabili, e che giochi di questo tipo hanno una influenza molto forte sulla psiche dei bambini, particolarmente suggestionabile.

Si sentiva proprio la mancanza di un simile videogioco nel nostro paese?
 

A voi la parola!

11 Commenti

  • io a 12 anni ho giocato al mio primo GTA, gioco dove uccidi, rubi, picchi, spari e sequestri.
    ora ho 22 anni, non ho ancora ucciso nessuno nella realtà.. sono io che non sono normale?

  • Non ho capito il problema: consiste forse nell’impersonare i soldati talebani? Se invece un bambino gioca a fare l’ invasore occidentale e ammazza soldati mussulmani il gioco è meno diseducativo?
    Quando vieterete risiko? Nel Kamchatka succedono cose orribili!!
    Forse sarebbe meglio cominciare a parlarci con i nostri figli, invece di continuare a vietare…

  • Prima di tutto una domanda: lei ha giocato ha questo gioco? O ne ha solo letto in giro?
    Se le risposte sono rispettivamente no e si, ci sarebbe una sola risposta a quello che lei ha scritto: RIDICOLO! Lei e quello che ha scritto!

    Detto questo, questo l’intervento di Strangler, dopodiché seguendo il suo discorso dovremmo vietare (nel senso di non produrre più) tutto ciò che non è adatto ai bambini partendo dai libri, passando al cinema ed anche ai videogiochi (che se lei non se ne fosse accorto esistono sia quelli per bambini che uelli per adulti).

    Nel caso appunto dei videogiochi esiste il PEGI che è come il “vietato ai minori di” che c’è nei cinema; lei dice che è facilmente aggirabile, è vero ma è vero nel momento in cui i genitori dei bambini abdicano al loro ruolo ed allora deve sempre pensarci la società e così è sbagliato!
    Se un ragazzino scarica il gioco tramite il peer to peer è colpa del genitore che non ha vigilato sul figlio e peggio ancora se va lui a comprare il gioco al figlio in negozio accettando di fatto che quest’ultimo giochi a cose del genere.
    NON è la società che deve educare i nostri figli ma siamo noi genitori!

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