Olimpiadi 2024: l’itinerario dello sfacelo di Montezemolo

Cari Amici,

in qualità di presidente del Comitato promotore per Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo (ancora lui, che aveva organizzato addirittura i Mondiali del ’90!) si è presentato all’audizione in Commissione Cultura del Senato per illustrare la mappa dei luoghi scelti per ospitare questo nuovo, grande “Evento”; lo accompagnava, pensate, nientepopodimenoche il numero uno del Coni Giovanni Malagò (ancora lui, che aveva organizzato i Mondiali di nuoto del 2009!).

Aspettavamo questo elenco da settimane, ma il tempo non ha attenuato la sorpresa: dal bacino di canottaggio di Settebagni alla cittadella sportiva di Tor Vergata fino al Velodromo dell’Eur, gli impianti citati da Montezemolo disegnano un immaginario itinerario dello sfacelo della Capitale, un involontario riassunto della malagestione della Città Eterna.

“Abbiamo la fortuna di avere uno Stadio Olimpico” – ha spiegato Montezemolo, che nel tempo avrà magari dimenticato quanto ci costò rimodernarlo nel ’90, ma che ha dato comunque sfoggio di abbondante faccia tosta – “che può fare l’atletica e le cerimonie di apertura e di chiusura”. Che meraviglia: e non basta, perché abbiamo anche “uno Stadio del nuoto e del tennis d’avanguardia mondiale, abbiamo campi d’allenamento come l’Acqua acetosa, il Tre Fontane, uno Stadio Flaminio dentro la città che o lo lasciamo crollare o lo rimettiamo a posto nell’interesse della città, dove puoi fare per esempio l’hockey su prato”. Credevamo di averle sentite tutte, sul povero Stadio Flaminio, e invece l’hockey su prato ci ha colti impreparati. E “la Fiera di Roma vuota, con spazi enormi, dove facciamo impianti precari dove si può fare ginnastica, judo, pugilato e quant’altro”.

Siamo fortunatissimi, ci informa il solerte Montezemolo, abbiamo già tutto quello che ci serve: a Roma basta organizzare le “Olimpiadi del riuso” e voilà, l’Evento è servito. Come per magia, la Città Eterna era (da sempre?) già pronta, ma Montezemolo non ci spiega perché, e allora ci provo io. Forse perché a Roma, da un quarto di secolo a questa parte, il malaffare, la corruzione, la più assoluta e disinvolta pulsione all’accaparramento rappresentano gli sport più praticati? Forse perché gli “Eventi” organizzati in questa Città (ma Montezemolo, che di memoria è deboluccio, di sicuro non lo sa) hanno disseminato una montagna di macerie, che ora si fanno passare per “fortune”, per “vantaggi”, per “ricchezze”? Forse perché nessuno ha mai preso in considerazione l’assurda idea di domandare ai cittadini cosa ne pensano, e – tra cricche e cricchette – a Roma si è lottizzato anche l’ossigeno che respiriamo?

Chi lo sa: io, stavolta, voglio concludere con ottimismo. Montezemolo ha anche detto: “non faremo nulla senza concordarlo con le associazioni ambientaliste”.

Vogliamo credergli: noi siamo qui.

A presto,

Carlo

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