L’Italia che… frana!

Cari amici,

quella di San Vito di Cadore è stata una vera e propria tragedia. Una bomba d’acqua ha smosso un’enorme massa di terra e fango che, nella sua corsa, ha causato la morte di tre persone: una ragazzina, di soli 14 anni, un turista polacco ed un uomo di 40 anni, tutti letteralmente travolti dai detriti. Si tratta dell’ennesimo evento alluvionale che si aggiunge agli oltre duemila registrati dal 2000 ad oggi. Una vera e propria carneficina: ben 5.455 morti negli ultimi 70 anni. Un triste bilancio che ha prodotto danni incalcolabili. E se Roberto Del Bon, sindaco del paese colpito dalla frana, ha affermato che “neanche la scienza poteva prevedere una cosa simile”, è vero anche che più di otto comuni italiani su dieci hanno parte del territorio a rischio frane e alluvioni, anche a causa dei cambiamenti climatici per le precipitazioni sempre più intense e frequenti che il terreno non riesce ad assorbire. Inoltre, oggi in Italia, circa 8,6 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree considerate ad alto rischio idrogeologico. Proprio per questo, il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, insieme al titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha presentato il piano per la messa in sicurezza delle principali città contro il dissesto idrogeologico. Un piano vero, dicono, con risorse vere: 1,303 miliardi, di cui 654 milioni già impegnati nell’apertura di cantieri. Peccato che la messa in sicurezza dell’intero territorio nazionale costi molto di più: 40 miliardi, secondo le nostre stime, che fanno apparire la cifra stanziata dal Governo come una goccia nel mare. In questi anni poco o niente è stato fatto: con la scusa della mancanza di fondi, l’Italia ha continuato a franare e il numero di morti ha raggiunto le dimensioni di un’ecatombe.

La verità è che in questi anni i Governi che si sono succeduti si sono completamente disinteressati alla sicurezza del territorio ed ora, di fronte all’emergenza, si sta cercando di rimediare, sai che novità! Come Presidente di un’Associazione che da anni si batte per la tutela dell’ambiente, ritengo che una pianificazione territoriale non sia più procrastinabile: quei 40 miliardi vanno trovati, perché la tutela della vita umana è prioritaria su ogni altro interesse. E, allora, perchè non rinunciare all’acquisto degli inutili e costosissimi F-35? In questo modo si risparmierebbero ben 14 miliardi di euro da utilizzare subito per la messa in sicurezza del territorio.

Non si può più rimandare, ne va della sicurezza di tutti noi!

A presto,

Carlo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *