LISTE DI ATTESA INFINITE


Cari amici,

a quanto pare, la sanità italiana non vuole proprio saperne di liberarsi delle infinite liste d’attesa! Se dovete prenotarvi per sottoporvi a un esame clinico, vi dico già che i tempi di attesa potrebbero superare la soglia del quarto millennio. I dati relativi al nostro Paese sarebbero, infatti, sconfortanti. prenotazione esami clinici
Per una mammografia, ad esempio, potrebbe volerci più di un anno. Al Cardarelli di Napoli per le mammografie asintomatihe, cioè non legate a sospetti diagnostici e fuori dagli screening, la media di attesa si aggira attorno ai 478 giorni. Non vanno meglio Bari, Roma e Torino.
Ma gli esempi non finiscono qui, se parliamo di risonanza alla colonna, alla Galleria di Genova un paziente può aspettare fino a 290 giorni o 180 giorni al Civico di Palermo. E poi servono 330 giorni per una tac addominale a Lecce, 306 giorni per operarsi alle tonsille agli Spedali Civili di Brescia e 2 anni per una day surgery proctologica al San Camillo di Roma. Con le visite oculistiche e quelle ortopediche le cose non migliorano, fermo restando che non sono rari i casi in cui le strutture ospedaliere hanno sospeso le prenotazioni.
Certo, va anche detto che quando ci sono Centri di prenotazione unici come in Emilia e Toscana, gli ambulatori della Asl sono favoriti nel rispondere rapidamente. Nei policlinici, invece, i tempi sono più lunghi, lavorando soprattutto per pazienti interni, mentre gli esterni aspettano.
Ma quali sono i motivi di questa agonia? Al primo posto sicuramente i tagli alla Sanità, ma anche l’organizzazione insufficiente, i macchinari all’avanguardia inutilizzati, il prezzo troppo alto del ticket giocano a sfavore.
Dal quadretto dell’errore non fa parte Milano, dove le strutture cittadine rispondono rapidamente ai pazienti che hanno priorità, perché il medico ha scritto sulla ricetta che l’esame vada fatto entro 72 ore o 10 giorni. Il problema resta per chi chiede un accertamento in assenza di patologia.
Ma la regione che meglio si posiziona per liste di attesa sotenibili negli ultimi anni è l’Emilia Romagna, grazie agli investimenti che il governatore ha voluto destinare alle Asl. Politica visionaria? No, semplice buon senso e superamento di luoghi comuni, come chi dice (ancora) che in santà per le liste di attesa non si può fare granché.

A presto,
CR

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