LIBERALIZZAZIONI: ASCOLTATE LA MIA INTERVISTA…E DITEMI LA VOSTRA!

Liberalizzazioni taxi, ascoltate qui:

http://www.ansa.it/web/notizie/videogallery/italia/2012/01/13/visualizza_new.html_44110204.html

Voi cosa ne pensate?

14 Commenti

  • Salve, riporto testimonianza non mia, prego leggete attentamente.

    Salve, mi chiamo Alessandro e sono un tassista italo-tedesco che lavora a Berlino. Ho 34 anni, ma posso considerarmi veterano, avendo cominciato giovanissimo alla fine degli anni ’90 a svolgere questo mestiere.
    Proprio negli anni ’90 è avvenuta la liberalizzazione delle licenze. A numero chiuso le licenze in circolazione erano poco meno di 6.000 e il valore sul mercato nero era di circa 80.000 DM per unità. Già allora i tassisti sostenevano di passarsela male e chiedevano una riduzione delle licenze in esercizio. La giunta comunale di Berlino non ci stette e deliberò una liberalizzazione selvaggia, emettendo nuove licenze a chiunque ne facesse richiesta per le sole spese di segreteria e amministrative di circa 200 €. Per i tassisti già titolari di licenza, non ci fu nessun tipo di indennizzo.
    Gli auspici di questa liberalizzazione erano uguali a quelli attualmente in circolazione in Italia, maggiore concorrenza, più occupazione, tariffe più basse, servizi migliori e naturalmente ricorreva nell’immaginario collettivo, fomentato dai media, la figura del tassista disonesto che preferisce lucrare su poche, care corse e farsi uno stipendio spropositato grazie al suo monopolio. Nei mesi successivi alla liberalizzazione, si ebbe un assedio alle licenze, aumentando oltre di mille unità. Questo fece crollare gli incassi. Un diurno, lavorando 60 ore la settimana, incassava 1.700/1.800 € al mese, un notturno 2.200/2.300 €. Non bisogna essere esperti del settore, per capire che con tali incassi è difficile non rimetterci, figuriamoci guadagnarci qualcosa.
    Il dogma liberalista vuole che uno che non rientra nei costi, chiude baracca e si mette a fare il muratore o il cuoco, a Berlino non è andata proprio cosi. È cominciata una lotta per la sopravvivenza, combattuta con tutte le armi, anche illegali. Clienti raggirati, tassisti che rifiutano corse brevi, evasione fiscale aumentata, le officine per restare nel mercato hanno dovuto offrire ai tassisti il servizio di manipolazione dei contachilometri, dato che questo ai tempi era l’unico strumento che il fisco usava per sorvegliare i tassisti.
    I posteggi, già stracolmi prima, non riuscivano più a ricevere i nuovi taxi, si sono create dappertutto doppie file che regolarmente bloccavano strade e gli accessi alle stazioni e aeroporti, con i conseguenti interventi della polizia fioccavano le multe. I tassisti hanno anche cominciato a dare “mance” agli infermieri degli ospedali, col risultato che ormai nessun corsa lucrativa che esce da un ospedale, va ad un tassista casuale, ma solo ad uno che ha prima pagato. Lo stesso è successo con le centrali taxi, con tanti centralinisti corrotti che passavano gli corse solo ad alcuni.
    Il parco macchine in generale è andato a deteriorarsi, Berlino è diventato un mercato d’importazione per i rottami messi fuori uso in città come Monaco, Stoccarda e Francoforte che hanno ancora il numero chiuso delle licenze. Prima queste macchine venivano esportate in Africa o nell’Est europeo.
    Molti hanno dovuto abbandonare, specialmente i tassisti onesti e “fessi”, che hanno continuato a lavorare regolarmente, mentre quelli tendenzialmente più disonesti hanno avuto la meglio e si sono imposti con metodi illegali.
    Nel giro di un paio d’anni, molte licenze sono state restituite, per un periodo il numero delle licenze totali era addirittura inferiore a quello a numero chiuso, solo che ormai il danno era già stato fatto e gli incassi non sono tornati ad essere gli stessi di prima.
    Durante questo periodo abbiamo perso un’importante fascia di clienti, le tariffe non sono diminuite, al contrario, sono aumentate sensibilmente, come mai prima. Mentre a numero chiuso, le tariffe tenevano il passo con l’inflazione, per tentare di compensare il crollo degli incassi dovuti alla liberalizzazione, hanno aumentato le tariffe a ritmi più che doppi rispetto l’inflazione, facendoci perdere ulteriori clienti.
    Attualmente la quota fissa di partenza è di 3,20 €, i primi sette km costano 1,65 €, dal settimo in poi si paga 1,28 €, l’incasso effettivo per km occupato si aggira sui 2 €, mentre quello per km percorso 0,95-1 € per un notturno, e 1,10-120 € per un diurno. La tariffa, che io considero adeguata e forse con più lavoro potrebbe anche essere abbassata, entro giugno verrà ancora sensibilmente aumentata.
    Spulciando fra le tariffe italiane, ho visto delle cifre oscene, oscenamente basse, tipo i 92 centesimi di Roma e come se non bastasse un rapporto taxi/abitanti altissimo e questo nel paese più motorizzato al mondo dopo gli USA.
    Io non ho idea di come ci si possa tirare fuori uno stipendio decente a queste condizioni. Trovo assurda la campagna iniziata dai media, allo scopo non di informare fornendo numeri e fatti, ma di suscitare odio nell’opinione pubblica verso una categoria che deve fungere da capro espiatorio, per coprire i soliti noti.
    Spero che terrete duro e facciate valere le vostre ragioni.

  • Volevo ricordarle che anche i tassisti sono dei consumatori.
    Ma come non lotta per i loro diritti ?????
    A Cortina di tassisti nemmeno uno.
    Al Lavoro o in qualche atollo della Polinesia ????
    Prenda spunto dalla testimonianza del sig. Jakkio.
    C’e sempre da imparare o forse dira’ che la testimonianza e’ falsa.
    Provi ad ascoltarci e magari non solo a Roma, venga a Padova.
    Siamo alla fame, si vergogni.
    Luca

  • Buonasera,

    sinceramente sentendola in TV dubito della sua buona fede, perche’ dove sarebbero i miei privilegi nel guadagnare circa 1600 euro /mese, con 10/12 ore di lavoro, festivi compresi, senza malattia , ne’ ferie pagate ne tredicesima, e con piu’ di 100keuri investiti per mettermi in proprio ?
    Molti fanno i tassisti come me perche hanno perso il loro precedente posto di lavoro, causa acquisto multinazionale americana e non riuscirebbero a trovarne un altro, essendo ultraquarantenni.
    Sia anche piu’ onesto nel parlare di tariffe; da studi internazionali non di parte, i taxi italiani sono tra i piu’ economici d’ Europa.
    Amsterdam , Oslo e tante altre citta’ sono decisamente piu’ care.
    Anche il numero dei taxi circolanti nelle ns. citta’ e’ proporzionale a quello presente nelle altre citta’ europee.
    QUINDI DI COSA STA PARLANDO ?
    Non fa certo un buon servizio ai cittadini nel fomentare l’odio nei ns. confronti.
    Si informi meglio prima di sparare a zero sulla ns. categoria.

    Paolo, tassista

  • Buonasera,

    volevo solo precisare che se raddoppiano le licenze come dicono, lavorare per noi diventera’ impossibile, come tesrimonia il signore del post prima su Berlino.

    Cordialmente.

  • Buonasera ,

    chiedo scusa per il post di prima, ma sono giorni difficili per noi, mi sento di avere la vita rovinata.
    Non volevo assolutamente farne una questione personale, ma semplicemente volevo solo spiegare in che condizioni difficili ci troviamo.

    Ribadisco le mie scuse e colgo l’occasione per porgere Cordiali Saluti.

  • a milano abbiamo il servizio taxi al quarto posto nel mondo ! per professionalita’, x cortesia, per qualita’, per trasparenza nelle tariffe. non nego che ci saranno per forza anche mele marce come e’ normale che ci sia in una societa’ di 5.000 persone. ma lei e’ cosi sfigato di averli beccati tutti e solo lei ???

  • A proposito dell’ argomento del giorno , cioè le liberalizzazioni, ho notato che gli unici esercizi in cui ho sempre avuto lo scontrino fiscale sono le farmacie. Non mi è mai capitato di acquistare alcunchè in farmacia e non avere la ricevuta fiscale, invece in parafarmacia questo avviene spesso. L’ altro giorno ho mandato mia figlia a comprare un farmaco in parafarmacia e le hanno consegnato un farmaco simile ma non quello richiesto e senza scontrino fiscale. In Campania molte parafarmacie vendono da tempo anche farmaci di fascia C e ovviamente sono tutti senza scontrino perchè non possono che essere detenuti in nero. Tante parafarmacie sono “succursali” di proprietà riconducibili a farmacie e , rivoltomi alle forze dell’ ordine competenti mi è stato detto che loro non possono intervenire senza una preventiva segnalazione all’ Ordine professionale, o in alternativa dopo una mia denuncia alla Procura della Repubblica.Vorrei un parere, grazie.

  • Non le è venuto il dubbio che per quanto riguarda i tassisti si stia favorendo qualche interesse di pseudo-politici (costituzione di cooperative, imprenditori vari…) che toglieranno il lavoro a chi ce l’ha per sfruttare altre forze di lavoro senza che questo coincida con un abbassamento delle tariffe per i consumatori (vedi statistiche europee). Come mai preferiscono accentrare le licenze su un unico soggetto e non parlano di scontrini fiscali?

  • …era da tanto che lo volevo fare…xke’ lei reverendissimo avvocato difende solo chi ca……..o gli pare????i tassisti sono consumatori …e se nn guadagno….nn comprano…ci arriva a questo??! Sa di cosa parla….prima si informi!!!!per he’ nn fa una class action sull aumento della benzina????xche’ nn si fa un giro negli ospedali a vedere come precariamente lavorano gli infermieri???xke” nn si batte per la chiusura di 212 ospedali che chiuderanno????e tutta la gente che lavora li???allora…si dedichi anche a queste cose e nn solo a cio’ che le da visibilita’!!

  • Vorrei solo che il codacons. Si occupasse anche di altro senza accanirsi sempre sulle solite cose….vorrrei che si battesse per aumentare le metropolitane nelle citta’,per far chiudere i centri storici alle macchine, che si opponesse all aumento sconsiderato della spazzatura…che si battesse per la raccolta differenziata vera…queste sono le cose che pesano sulle citta’…almeno provateci!!!.ps

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